Finalmente Next Generation Ue o Recovery Fund che dir si voglia sia. I 27 capi di stato o governo facenti parte del Consiglio Europeo, in aggiunta il presidente dello stesso, attualmente è il belga Michel, e il presidente della commissione europea ad oggi è la tedesca Ursula von der Leyen, sono riusciti nel far togliere il veto vincolante di Ungheria e Polonia sul provvedimento pandemico.
L'Italia riceverà 208.8 miliardi di euro, di cui 127.4 prestiti, i restanti a fondo perduto. Il governo avrebbe individuato in 6 macro aree i progetti su cui investire, digitalizzazione 48.7, transizione ecologica 74.3, istruzione e ricerca 19.2, infrastrutture 27.7, parità di genere 17.1, sanità 9.Diciassette i cluster delle macro aree.
Totale 196 le risorse per il piano italiano denominato appunto "piano di rilancio e resilienza". Gli altri 12.8 per 3 progetti europei, uno è lo sviluppo rurale. L'intesa è stata raggiunta l'11 dicembre, ma già nello stivale c'era polemica. Renzi è sulle barricate per la gestione dei fondi, minacciando la crisi di governo, perché lui non ha dato "pieni poteri a Salvini" e non li darà al presidente del consiglio. Conte al termine della riunione ha rassicurato gli alleati sulla condivisione delle decisioni da intraprendere nell'amministrazione delle risorse.
Ciò è stato utilizzato dall'opposizione per denunciare l'incapacità della maggioranza, anche se poi Salvini ha dichiarato la volontà al dialogo. Da osservatore nell'avvalersi dei soldi sovviene il pensiero del predicatore e teologo statunitense Clarke: "un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni. Un politico pensa al successo del proprio partito, lo statista quello del Paese", è condivisibile, ma Clarke era un uomo del 1800, i politici si sono evoluti, il loro interesse è il proprio successo. A Marsala, Sturiano, A.Galfano, O.Alagna, M.Gandolfo, A.Vinci, docet. Per il governo nazionale si esorta a considerarlo, d'altronde il programma si chiama "Next Generation Ue".
Vittorio Alfieri