Erano stati accusati di avere distrutto o occultato le scritture contabili della loro ditta (Agri-Wine) allo scopo di evadere le tasse. E di farle evadere anche ad altri.
Adesso, però, sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste”. Al centro della vicenda Giuseppe Giovanni Angileri, di 58 anni, residente in contrada Perino, e Francesco Sucameli, di 59, di contrada Fontanelle.
Entrambi in diversi periodi, tra la fine del 2011 e il 2012, legali rappresentanti della Agri-Wine, con sede in via Mazzini. Per un determinato periodo, Sucameli sarebbe stato, secondo l’accusa, anche amministratore “di fatto” della società. A difendere i due imputati sono stati gli avvocati Ignazio Bilardello e Antonino Sammartano. Nel processo, spiega l’avvocato Bilardello, “è emersa la non responsabilità degli imputati atteso che il consulente dottor Tommaso Casubolo, detentore delle scritture contabili, chiamato a testimoniare dalla difesa, ha confermato che al momento della verifica pur non essendo più in possesso delle scritture ha consegnato ugualmente tutta la documentazione contabile in formato elettronico completa”. Pertanto, continua il difensore, “non sussiste il fine della evasione delle imposte e come tale non sussiste neppure tutto il resto”. Dopo la lettura della sentenza, emessa dal giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, la difesa ha naturalmente espresso “piena soddisfazione”.