In merito alla richiesta di rinvio a giudizio formulata per alcuni dei propri manager, Caronte & Tourist Isole Minori conferma "l’assoluta fiducia nell’operato della magistratura, alla quale sottoporrà una serie di elementi – tecnici e giuridici – chiaramente dimostrativi della insussistenza dei reati allo stato ipotizzati, e dimostrerà che in particolare non è mai esistito un qualsiasi pregiudizio per la sicurezza dei c.d. “Passeggeri a Mobilità Ridotta” (PMR)".
"A conferma di ciò, i reati ipotizzati non riguardano infatti in alcun modo profili di sicurezza per il trasporto di tali passeggeri, ma unicamente la non corrispondenza al bando di gara in ordine alla ritenuta (che tuttavia si dimostrerà insussistente) mancanza di alcuni accorgimenti atti a non discriminare i P.M.R. non deambulanti rispetto agli altri passeggeri" continua la nota della società.
"In effetti - aggiunge - la vicenda va inquadrata esclusivamente in un ambito di interpretazione delle normative a tutela delle condizioni di accesso ai trasporti per tali soggetti, di fatto scarsamente intelligibili in modo univoco".
"A metà degli anni ’90 - si legge nella nota - furono infatti varate le prime leggi che dettavano prescrizioni per la costruzione di immobili e mezzi di trasporto che non precludessero la fruibilità di essi da parte dei PMR. Solo nel 2004 l’Unione Europea emanò una specifica direttiva, recepita nella legislazione nazionale nel 2007, applicabile a tutte le navi di nuova costruzione".
"Per il naviglio esistente, invece, il legislatore dispose che le norme venissero applicate mediante adeguamenti da realizzare “per quanto economicamente ragionevole”, con ciò ascrivendo la questione a un versante antidiscriminatorio del tutto distinto dalla sicurezza, di per sé esclusa da condizionamenti di carattere economico. Si dimostrerà, peraltro, come la questione riguardi tutto il naviglio esistente, non solo le navi di Caronte & Tourist Isole Minori, che aveva già avviato spontaneamente diversi miglioramenti operativi per il proprio naviglio e interventi di novazione organizzativa delle proprie procedure di interazione bordo/terra" continua la società.
"In ogni caso, in ragione dell’incertezza sulla corretta applicazione della normativa in argomento, le modalità di verifica dell’idoneità al trasporto dei PMR sono state recentemente allineate a quelle adottate a livello europeo con una recentissima modifica normativa. Lo stesso Ente incaricato ha accertato l’idoneità al traposto dei PMR delle navi in questione (che – sia detto per inciso – nelle more sono state tutt’e tre dissequestrate e sono dunque operative). Solo nell’ambito di queste dinamiche si impernia dunque l’odierna azione giudiziaria", conclude la nota.