Maurizio Santangelo, senatore trapanese del Movimento Cinque Stelle, è crisi di Governo in un periodo così drammatico per il Paese.
E’ un qualcosa di insensato e ha dell’incredibile. Con quale senso di responsabilità si può pensare di aprire una crisi di Governo con una situazione critica che stiamo vivendo sulla nostra pelle giornalmente. Ma poi perché, non c’è stato nessun problema di mancato ascolto, anzi c’è stata la disponibilità del Governo e del presidente Conte, nel cercare di ridiscutere alcune cose che erano state proposte, ma evidentemente le intenzioni di Italia Viva erano altre, ma più di Renzi per la verità, perché stiamo vedendo che in queste ore molti parlamentari di Italia Viva stanno lasciando quel contenitore, e addirittura il senatore Nencini, che ha dato la possibilità a Renzi di creare Italia Viva, ha detto che per senso di responsabilità darà supporto al Governo Conte.
Per voi a questo punto l’esperienza con Italia Viva è chiusa?
Ma più che Italia Viva dico l’esperienza con Renzi. Se in politica risulti più volte inaffidabile, chi si può risedere con queste persone e cercare di portare avanti, in un momento così delicato, dei progetti così importanti per il Paese. Credo che ormai sia un interlocutore non più valido. Poi conteremo se alcuni di Italia Viva sosterranno il Governo, la mia impressione è che il buon senso ci sia anche tra quei parlamentari.
Santangelo, la cosa interessante che sottolineano molti osservatori politici è che questa crisi di Governo porterà ad una alleanza più forte tra PD e Movimento Cinque Stelle.
Questo è un dato di fatto oggettivo. In questo momento di difficoltà, la visione con questa forza politica, il PD, è stata la stessa, e questo ha consentito di non arrivare alle dimissioni di Conte. Io auspico che questo possa servire anche per il futuro. Dobbiamo cercare di unire, di accorpare e portare avanti tutte quelle che sono idee di buon senso. Se insieme al PD questa esperienza porterà ad un’alleanza poi più ampia, perché no. Io sono tra quelli che dicono che il momento storico è così importante e che bisogna uscire dagli schemi classici degli ultimi anni. Ancora oggi siamo ostaggio di piccole percentuali e il parlamento non può andare avanti perché c’è ancora il famoso 2% che blocca tutto.