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20/01/2021 06:00:00

La scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, il mistero continua  

Il mistero della scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana potrebbe avere a breve una soluzione. Potrebbero infatti essere dei due imprenditori spariti il 3 agosto 2007 le ossa di due cadaveri ritrovate tra la fine di novembre e i primi di dicembre del 2020 nell’ex diga Garcia nel palermitano, che oggi porta il nome del giornalista ucciso dalla mafia Mario Francese.

La scomparsa -  Antonio di 47 anni e Stefano di 22, padre e figlio, erano spariti dal cantiere edile di Isola delle Femmine dove stavano lavorando alla costruzione di alcune villette e la loro auto venne ritrovata nei pressi dell’aeroporto di Palermo, una possibile messa in scena per far pensare ad una fuga volontaria.

Ritrovamento con una corda e un blocco di cemento - I resti di quei cadaveri, sui quali sta facendo le indagini il Ris, sono stati ritrovati dai sommozzatori vicino ad una corda e ad un blocco di cemento. Gli inquirenti in base al tipo di corda piuttosto recente, pensano che quei cadaveri si trovino lì da qualche anno. Diversamente da quanto accaduto con il ritrovamento nella stessa diga di un vero cimitero della mafia, dove sono stati trovati ben 14 cadaveri di persone uccise dalla mafia negli anni settanta.

Il coinvolgimento di Alamia e Di Maggio e la richiesta di archiviazione – Sulla vicenda della scomparsa dei Maiorana, l’indagine inizialmente era incentrata sull’accusa di omicidio a carico del costruttore Francesco Paolo Alamia (morto nel 2019), considerato vicino ad ambienti mafiosi, fu anche ex assessore comunale al Turismo nel 1970 ed ex socio-amico dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Fu uno dei costruttori più attivi nel periodo che passò alla storia come il "sacco di Palermo" e dell’imprenditore Giuseppe Di Maggio, figlio del boss di Torretta. Secondo l’ipotesi investigativa Antonio Maiorana avrebbe ricattato il costruttore Francesco Paolo Alamia e dietro il ricatto, ci sarebbe stato un possibile tentativo di acquistare le quote di alcune società operanti a Isola delle Femmine. Da tempo però gli inquirenti ritengono di non avere prove sufficienti e per questo c’è in corso una richiesta di archiviazione, alla quale l’ex moglie di Antonio Maiorana e madre di Stefano, Rossella Accardo, si è opposta. Proprio il 3 marzo a Palermo ci sarà l’udienza sulla richiesta di archiviazione e proprio oggi il legale della famiglia Maiorana, Giacomo Frazzitta, sarà in procura per le novità emerse con il ritrovamento nella diga.

L'ombra di Matteo Messina Denaro - Nella  vicenda della scomparsa dei Maiorana, a rendere tutto più misterioso ci sarebbe anche il possibile coinvolgimento del boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro. Sono due i pentiti che tirano in ballo il numero uno di Cosa nostra. Uno di questi è Andrea Bonaccorso. Il 5 novembre 2007, pochi mesi dopo la scomparsa dei Maiorana, i capi della mafia palermitana, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, vengono arrestati. E’ l’arresto più importante di cosa nostra dopo Provenzano. I Lo Piccolo, racconta il pentito, quel giorno dovevano incontrarsi con Matteo Messina Denaro. Andrea Adamo disse a Bonaccorso che i due boss dovevano incontrarsi con “un trapanese”, senza però chiarire l’identità. Ma più avanti è un altro pentito, Pino Scaduto, a svelare che il “trapanese” era Messina Denaro. I pentiti rivelano che quel giorno il boss di Castelvetrano si trovava in auto con Franco Luppino, condannato per mafia, e Ferdinando Gallina, accusato di omicidio di cui si attende l’estradizione dagli stati uniti. L’auto, una Panda, con a bordo i tre boss si stava dirigendo verso Giardinello per incontrare i Lo Piccolo. Questa circostanza l’ha raccontata Gallina a Bonaccorso. Poi l’auto fa marcia indietro, troppi elicotteri su Giardinello. Infatti è il giorno del gran blitz. "Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un'ora - sarebbero state queste le parole dette da Scaduto a Bonaccorso - in quella casa sarebbe successo il 48".

E qual è il legame con la sparizione dei Maiorana? Gli imprenditori stavano lavorando in un cantiere a Carini, territorio di competenza dei Lo Piccolo che avviarono una sorta di indagine interna per scoprire che fine avessero fatto. Testimoni raccontano della relazione tra il boss di Castelvetrano e Karina Andrè. l’ex compagna di Antonio Maiorana. Sarebbe stata la stessa donna a raccontare della relazione con un boss potentissimo del Trapanese. 
Quando i Maiorana sono scomparsi stavano lavorando con la Calliope Srl a delle abitazioni a Isola delle Femmine. Qualche giorno prima Alamia cede le quote della società a Dario Lopez, già proprietario del 50%, che a loro volta vengono girate a Karina Andrè. Proprio lei, l’ex compagna di Antonio Maiorana e forse amante di Matteo Messina Denaro. Il tutto deriverebbe da un ricatto sessuale messo in atto da Antonio Maiorana che sarebbe stato in possesso di un video hard che ritraeva uno dei vecchi soci durante un rapporto sessuale e minacciava di diffonderlo. L’ipotesi è che in cambio del silenzio dovevano essere cedute le quote. Il protagonista di quel video sarebbe proprio Alamia. E lo stesso Marco Maiorana, altro figlio di Antonio, era a conoscenza del ricatto. Quando venne a saperlo prese un appunto su un fumetto di Topolino. Marco Maiorana, per la vergogna, si è tolto la vita due anni dopo.