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29/01/2021 13:24:00

Trapani, perde le staffe e offende un collega in aula. Condannato avvocato

 Un avvocato perde le staffe in aula e si scaglia contro un collega: “Si tolga quella toga, non è degno di portare quella toga”. Scene mai viste.

Il giudice sospende l'udienza. L'atmosfera diventa incandescente. In preda alla collera l'avvocato, Giuseppe La Barbera del Foro di Termini Imerse, continua ad inveire contro l'avvocato trapanese Nino Sugamele che ascolta ma non reagisce: “Gran vastaso che non è altro, mi denunci ce li ho i soldi, non si preoccupi, quanto vuole. Mi manda a quel paese, mi manda a quel paese, non è degno di farlo”.

Adesso per l'avvocato Giuseppe La Barbera è arrivata la condanna. Il Tribunale, infatti, ha confermato il verdetto del giudice di pace Alberto Ferro contro il quale l'imputato era ricorso in appello.
“E' stato confermato – dichiara l'avvocato Benedetto Ruggirello che ha assistito il collega Nino Sugamele nel procedimento per diffamazione – l'impianto accusatorio e conseguentemente il grave discredito alla reputazione del mio assistito che le condotte contestate all'imputato hanno arrecato, rese ancora più gravi dalla circostanza che l'imputato è un noto appartenente al mondo forense”.
La gazzarra è scoppiata al Palazzo di giustizia di Trapani nell'ottobre del 2014, durante l'udienza dibattimentale nel corso della quale veniva escusso un testimone.


E mentre Nino Sugamele stava esaminando il teste, la scena da far accapponare la pelle.
Giuseppe La Barbera dopo aver interrotto l'esame, inizia a proferire insulti ed offese contro l'avvocato trapanese la cui colpa sarebbe stata quella di alzare la mano sinistra per stoppare le interferenze del collega durante lo svolgimento dell'esame.
“Ma come si permette – ha urlato Giuseppe La Barbera – Ma sta scherzando a mandare a quel paese un collega? Lei è un maleducato. Ringrazi che siamo in un'aula di tribunale”.


A nulla è servito l'intervento del giudice per smorzare i toni. La rabbia di La Barbera ormai era incontenibile: “Lei si deve vergognare, non è degno di portare quella toga”.
Gli insulti poi sarebbe proseguiti con la lettera che Giuseppe La Barbera ha inviato al Consiglio dell'Ordine degli avvocati e all'Unione delle Camere penali Italiane.
La Barbera era stato già condannato nel 2016, ma la Suprema Corte di Cassazione, alla quale l'imputato si era rivolto, aveva annullato il verdetto, qualificando il contenuto della lettera come diffamazione e non come ingiuria. Per questo motivo Giuseppe La Barbera è stato rinviato a giudizio il 19 gennaio del 2018, innanzi al giudice di Pace che lo ha condannato. Contro la sentenza, La Barbera ha fatto ricorso. Ora l'epilogo: il Tribunale, infatti, ha confermato il verdetto del giudice di pace.