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01/02/2021 08:32:00

Marsala, il teatrino del Pd. Adesso è guerra tra dichiarazioni e comunicati 

 Il periodo politico e sociale del momento è uno dei più difficili, i cittadini fanno fatica a seguire le dinamiche di una crisi nazionale, non comprendendone le motivazioni e gli equilibri, figurarsi se può essere avvincente o appassionante il dibattito del Pd di Marsala.

Qualche giorno fa è arrivata una nota ad alcuni tesserati dem, che li informava di un provvedimento di congelamento delle proprie tessere, per violazione dell’articolo 4 dello Statuto del partito. I soggetti in questione si sono "macchiati" della colpa di essersi candidati, da tesserati Pd, in altre liste civiche. Certo, in un partito esistono regole esterne ed interne, perché in politica è la forma che fa la sostanza, piaccia o meno non ci si può comportare come casa propria, a quel punto sarebbe meglio non prendere alcuna tessera e continuare a giocare da battitori liberi.

Di questi soggetti alcuni non sono stati nemmeno eletti, si tratta di Linda Licari, che ha costruito la lista “Marsala Coraggiosa”, confezionata attorno alla sua persona tanto da avere sbancato con quasi mille voti, non sufficienti per raggiungere il 5%; Luana Alagna, una pasionaria vicinissima all’ex sindaco Alberto Di Girolamo, anche per lei niente scranno seppure candidata nella lista “Marsala Citta Europea”.
Gli eletti sono stati Mario Rodriquez, che da tesserato PD ha scelto il Movimento del deputato regionale Claudio Fava “Cento Passi”, Rino Passalacqua eletto in “Marsala Città Europea”. Ad onor del vero l’ex assessore è stato l’unico della pregressa giunta a scommettere e rischiare su se stesso, a mettersi in gioco e soprattutto a non tirarsi indietro, poi certo per tesserarsi Pd ha avuto un gran bel coraggio, oppure un colpo di sole. I quattro tesserati e attivisti, insieme ad altri tesserati dem candidati altrove, siano finiti nel mirino della commissione di garanzia provinciale per violazione dell’articolo 4 dello Statuto.
La guerra, però, che si è aperta è lunga e come sempre porterà strascichi, a dimostrazione che in casa Pd si agitano anime da sempre belligeranti.

Verrebbe da chiedersi se le regole dello Statuto valgono solo per i soggetti elencati o valgano anche per chi da tesserati e attivisti hanno liberamente appoggiato il sindaco di centro destra, Massimo Grillo? Le regole valgono per tutti oppure ci sono due pesi e due misure?

Passalacqua chiede le scuse pubbliche da parte della segretaria comunale, Rosalba Mezzapelle, e di quello provinciale, Domenico Venuti, a mettere ordine sul perché la commissione di garanzia si sia mossa è proprio la Mezzapelle: “Come è noto, il Partito Democratico è strutturato a tutti i livelli ed è regolamento da uno Statuto che ne è la bussola. Non ci possono essere dubbi, infatti, che qualsiasi comunità che si rispetti, abbia necessità di regole, che garantiscano la pacifica convivenza dei suoi componenti. Pertanto, le polemiche di questi ultimi giorni, appaiono strumentali, poiché i tesserati che, alle elezioni del 4 – 5 ottobre 2020, decidevano di candidarsi, comunque, in liste alternative a quella del Partito Democratico ben conoscevano lo Statuto. Per di più, in data 30 agosto 2020, si è tenuta a Marsala una Direzione Provinciale, in cui veniva espressamente deliberato, a grandissima maggioranza, che gli iscritti – candidati dovessero candidarsi nella lista del Partito Democratico, proprio come previsto dallo Statuto”.

La segretaria, a cui tutto si può rimproverare ma non certamente che sia una donna avvezza alla polemica e alla guerra, ha riassunto anche le volontà del segretario regionale Anthony Barbagallo, che era quella proprio di far rispettare lo Statuto del partito: “Cio’ nonostante, il deliberato della direzione Provinciale ed il successivo comunicato regionale sono stati disattesi dai tesserati - candidati, col risultato della predisposizione di tre liste debolissime, di cui solo una ha superato di un soffio lo sbarramento del 5%, mentre la lista del PD ha mancato l’obiettivo per una manciata di voti. Il 26/11/2020 ed il 17/12/2020, si sono svolti su piattaforma, rispettivamente, una direzione comunale ed una direzione provinciale nelle quali, piuttosto che chiarire, si è alimentato lo scontro senza affrontare seriamente i nodi e le responsabilità di quanto accaduto.
Sarà la Commissione di Garanzia, organismo terzo, eletto dall’assemblea del partito, a valutare i fatti di ottobre e ad indicare il percorso da intraprendere.
Si è sostenuta la linea politica rappresentata dalla segretaria del PD fino a quando è stata utile a giungere alla candidatura di Alberto Di Girolamo, pur non essendo tutto il partito compatto, ed apparendo questa una proposta elettoralmente molto debole; adesso, invece, si attacca la segretaria che, adempiendo ai suoi obblighi statutari, ha ottemperato al deliberato provinciale. Dispiace che, ancora una volta, per perseguire il particolare, ci si rifiuti di confrontarsi all’interno degli organismi preposti, preferendo la polemica pubblica che tanto contribuisce ad allontanare la gente dalla politica, ma tanto era dovuto per un necessario contributo di chiarezza”.

Insomma, è una questione tutta interna che non appassiona il cittadino e nemmeno l’elettore, certo appare giusto oltre che responsabile fare chiarezza in merito a cosa siano diventati i partiti, se stanze vuote in cui ognuno arriva e può arredare come vuole, ovvero luoghi di democrazia e di confronto, di crescita personale e collettiva.

Appare sempre più frequente invece la volontà di mettere bandiere al petto, di essere presenti all’interno di un partito con il proprio simbolo o area, così ad esempio la stessa Licari che da tesserata ed attivista del Pd continua a fare politica e si firma con il simbolo della sua lista, magari nel frattempo diventato movimento, “Marsala Coraggiosa”.
Diradare le nubi per dare al cittadino, che diventa elettore nel momento delle consultazioni, la capacità di scelta lineare e fresca, votare senza ritrovarsi poi con una sorpresa.