Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, ci sono oltre 100 contagiati nel suo Comune ma c’è da dire che molti positivi sono guariti che attendono un foglio, una comunicazione da parte dell’Asp che dia il via libera.
Questo è un dato, oggi però andiamo avanti con gli appelli. Non è più come nella prima fase quando ogni sindaco in base alla situazione poteva disporre con delle ordinane di un maggior controllo del territorio. Purtroppo hanno limitato fortemente la capacità d’intervento nostra e con l’allargamento delle maglie che lo Stato e la Regione hanno consentito nel territorio, capisco che tutto questo sia stato fatto per una questione di crisi economica, ma rimane il fatto che il virus è in mezzo a noi si si diffonde facilmente, per un atteggiamento sprovveduto di alcuni cittadini che non prendono in seria considerazione il pericolo che incombe nel nostro territorio. I numeri di Campobello mi preoccupano non poco e nonostante ciò non vedo da parte dei miei concittadini quei comportamenti che sono obbligatori per scongiurare l’aumento dei contagi. L’Asp ritarda nella comunicazione e i dati non sono aggiornati, io stesso conosco molte persone che sono guarite e che sono in quarantena nell’attesa della comunicazione che li svincoli. C’è un momento di confusione che sta incidendo sui dati provinciali, ma resta il fatto che il virus c’è e che il contagio è in uno stato di diffusione di massa. Io ritengo che sarebbe stato il caso di poter consentire ad ogni realtà locale di disporre in base alle proprie esigenze, come meglio poter fronteggiare il problema della diffusione del virus.
E’ quello del quale si sta ragionando da qualche settimana. Gli esperti dicono che ragionare su base regionale non ha senso, ma farlo in termini provinciali o addirittura territoriali. Ad esempio Gibellina e Campobello sono più in sofferenza rispetto a Marsala in proporzione e meriterebbero più tutela e più restrizioni. Lei è d’accordo con questa idea?
Assolutamente sì. Ogni singola località ha un suo problema e allora bisogna fare degli interventi mirati per cercare di bloccare la diffusione. Così non possiamo andare avanti. I controlli dei vigili urbani e delle forze dell’ordine, che sono sempre sul territorio non possono mai essere sufficienti per poter controllare una massa di persone che hanno la libertà di andare in ogni dove. Lo abbiamo visto con la zona rossa, che in Sicilia è stata una presa in giro, le persone potevano girare tranquillamente in qualsiasi momento e tutto questo non ha aiutato nel contrasto al contagio.
Sindaco Castiglione, anche a Campobello ci sono i controlli duri dei vigili urbani?
Sì, li fanno, ma una pattuglia al massimo due, che è la nostra capacità, non possono essere sufficienti perché il territorio è vastissimo, c’è Tre Fontane, Torretta e la stessa Campobello, ripeto non riescono a controllare tutte le attività, non riescono a controllare gli uffici postali, le banche costantemente e quindi si verifica che le persone che sono positive asintomatiche possono creare i danni che si stanno creando nel territorio. Ritengo che sia il caso di poter farci intervenire in maniera più drastica dove c’è bisogno. Mi rendo conto che c’è un problema economico da tutelare, perché lo stato non è in grado di garantire ristori adeguati alle attività economiche che stanno soffrendo pesantemente, ma bisogna comunque tutelare la salute delle persone. Non voglio passare per lo sceriffo di turno che vuole approfittare della situazione per fare cassa al comune, l’obiettivo è e rimane la salute delle persone. Fortunatamente la nostra provincia non ha registrato un numero di morti così elevato come in altre parti della nazione, ma questo ha fatto abbassare il livello di guardia di ogni cittadino. Se vi ricordate durante il periodo del lockdown io ho fatto quell’ordinanza, che è sembrata eccessiva, quando c’erano 5 contagi, obbligava a fare la spesa in ordine alfabetico, ma ha funzionato, ha dato i suoi frutti, l’obiettivo non era fare cassa facendo le multe ai cittadini, il mio scopo era quello di tutelare la salute dei cittadini e di fermare quanto più possibile la diffusione del contagio. Bisogna che ci siano gli strumenti per poter intervenire ad esempio nel chiudere una scuola, senza che ce lo dica l’Asp, perché è distante dal nostro territorio, non ha la consapevolezza di quello che avviene nei territori. Purtroppo siamo invece con le mani legati, i sindaci non possono intervenire nonostante siano i responsabili della salute pubblica del proprio comune. Per il momento non ci rimane che continuare ad essere attenti e vigili sul territorio, più di questo non possiamo fare.