Altro rumoroso dissequestro sul fronte antimafia. Sono stati infatti dissequestrati dalla Corte di Appello i beni e le società di Antonino Moceri. Per l'accusa era vicino a Giuseppe Grigoli, il re dei supermercati e socio di Matteo Messina Denaro, e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara.
La Corte di Appello di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione) ha accolto l’appello, proposto da Moceri, difeso dall’Avv. Carmelo Carrara, e dal suo socio nell’Eurofarida Srl, Antonino Tancredi , difeso dall’Avv. Marco Manno, disponendo il dissequestro di tutti i beni e delle società sequestrate dal Tribunale di Trapani.
Spiega l'avvocato Carrara: "A Moceri, noto imprenditore del settore olivicolo e della produzione di olio di Campobello di Mazara, nel 2016 il Tribunale di Trapani aveva disposto il sequestro e successivamente la confisca dei beni, valutando negativamente gli stessi elementi che invece il Tribunale di Marsala nel 2014 e la Corte di Appello di Palermo nel 2015 avevano vagliato in senso opposto, escludendo qualsiasi sussistenza dei fatti loro contestati di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia dei beni, titoli di reato per cui il Moceri era stato tratto in arresto nell’operazione ”Campus Belli”, che aveva coinvolto all’epoca anche Ciro Caravà, allora Sindaco del Comune di Campobello di Mazara. I giudici della Corte di Appello, accogliendo la tesi della difesa, hanno sottolineato l’assenza di qualsiasi elemento di pericolosità sociale, evidenziando il contrasto tra le statuizioni del Tribunale di Trapani che non aveva tenuto in alcun conto il giudicato penale del processo di merito che aveva accertato il comportamento contrario del Moceri agli interessi di Giuseppe Grigoli e di personaggi appartenenti alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. Gli stessi incolpati, inoltre, erano stati contrari alla costituzione di un consorzio olivicolo voluto anche dal capomafia Leonardo Bonafede".