Domenico Venuti, sindaco di Salemi e segretario provinciale del Partito Democratico, come sta rispondendo la sua città alle aperture della fase gialla?
Devo dire abbastanza bene, al netto, per carità, di quello che può accadere nei prossimi giorni visto che c’è un pericolo insito nelle aperture. Noi abbiamo azzerato i casi, ma devo dire che dal periodo natalizio ci sono stati una quindicina di casi, in ambiti familiari circoscritti e la gente sta rispondendo bene. Facendo un giro per la città, anche per ricominciare ad incontrare i cittadini nei limiti e nel rispetto delle regole che ci sono, passando davanti qualche bar, ho visto che c’è una tenuta del senso di responsabilità e su questo dobbiamo far forza. Salemi dopo il periodo difficile dello scorso anno, ha raggiunto un buon equilibrio del quale sono soddisfatto, ma so bene che non bisogna curarsi sugli allori, ma bisogna tenere alta l’attenzione. Il senso di responsabilità dei cittadini mi rende abbastanza fiducioso.
Hanno retto tutte le attività commerciali del territorio?
Sì, almeno fino a questo momento non c’è notizia di chiusure immediate. Sappiamo che il rischio c’è ed è enorme. Noi abbiamo fatto due bandi per dare un contributo da 700 fino 1200 euro per le attività che sono state chiuse. Poi stiamo lavorando per i contributi a fondo perduto di 10mila euro per le nuove attività o la ristrutturazione delle esistenti che sono nel centro storico della città. Stiamo cercando di intervenire a sostegno delle attività che ne hanno bisogno. Si tratta, ne parlavano in consiglio regionale di Anci Sicilia, anche di ridare fiato a bar e ristoranti anche con l’estensione dell’orario di lavoro durante la giornata, ma questo deve andare di passo alla responsabilità e dei controlli per evitare che la movida diventi un nuovo grande focolaio e poi differenziare territorio per territorio. Ora bisogna avere questo coraggio. Ciascuno nei propri territori è artefice del proprio destino, ma secondo quelli che sono i diversi gradi di contagio. Se le aree metropolitane non sono in grado di reggere un qualcosa del genere, non possono trascinare tutto il resto del territorio, anche chi non ha tanti contagi. Un po’ per come ci siamo battuti nei mesi precedenti, quando dicevamo se alcune aree del Paese hanno più problemi non può piangere tutto il Paese.
Domenico Venuti, parliamo del Partito e del PD. Chi è stato e sta dentro ai partiti sa come ci si comporta, non solo nel rispetto dello statuto ma anche per l’amore e l’affezione verso una bandiera che si è deciso di portare avanti e sostenere. E’ questo il senso di un partito o no?
Assolutamente sì, altrimenti non avrebbe senso discuterne e parlarne. Si può fare politica nei movimenti civici, con l’impegno personale o con un partito che segue un percorso, che vede un’affinità rispetto a principi, idee, programmi e le regole. Non esiste una comunità organizzata senza il rispetto delle regole. Devo dire che oggi si fatica molto a fare passare questo messaggio. Oggi non solo il PD ma anche altri partiti sono stati visti come mezzo per arrivare a determinati obiettivi, perché c’è una maggiore individualismo e spesso ci si iscrive ad un partito per raggiungere determinate posizioni. Io credo che neanche una famiglia possa reggersi senza la condivisione di alcune regole di base.
Venuti, c’è un ricorso presso una commissione di garanzia provinciale, non entriamo nel merito, ma è anche vero che ci sono delle ambiguità tra alcune persone che hanno ruoli attivi nel PD, anche nel direttivo, ma poi fanno politica attiva, con tanto di comunicato stampa, per conto di altri movimenti civici. Questo crea una gran confusione nel cittadino, che deve capire, domani, chi voterà: se per un partito o per un movimento civico o un’associazione.
Da questo punto di vista scindo i due piani. Una questione è quella del rispetto delle regole, altra è la questione politica e il problema va affrontato politicamente. Io credo che sia un valore il civismo, ma altro è l’utilizzo che se ne fa. Credo che di volta in volta se per una convenienza si utilizza il partito piuttosto che il movimento civico in base all’obiettivo che si vuole raggiungere, credo che si fa un danno all’uno e all’altro. Perché si ingenera una grande confusione, non è più possibile sviluppare una politica comprensibile per i cittadini e tutto ciò diventa la negazione del partito stesso. Tutto ciò non è compatibile con il percorso di un partito. Da questo punto di vista il chiarimento che è in atto all’interno del PD è necessario, con toni peraltro che io non condivido molto, a me piace la pacatezza all’interno degli organismi politici. Io non sono giustizialista, come qualcuno dice, sono tutt’altro ma ciò non può fa sfociare nel negazionismo delle regole. Quelle ci sono e bisogna rispettarle. Gli organismi facciano il loro corso. E’ inutile appellarsi al segretario per far sì che tutto questo si interrompa, perché ci sono degli organismi che camminano in parallelo. Il segretario ha posto la questione sotto il profilo politico. Vogliamo davvero portare avanti un progetto comune, dove all’interno poi uno coltiva le proprie legittime ambizioni, e aspettative anche nelle diversità, perché il partito non deve essere monolitico. L’obiettivo è comune o no? Se non si scioglie questo nodo, io credo che rimanga un problema importante dentro il PD. Io sto lavorando, spero con la collaborazione di tutti, a sciogliere questo nodo, ma tutti devono metterci qualcosa o rinunciare a qualcosa a seconda dei casi.