Usare soltanto la lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione. E' la mozione presentata dal consigliere comunale Pino Ferrantelli in occasione del Dantedì. Il consigliere di Fratelli d'Italia propone che vengano lasciati fuori dagli atti amministrativi termini stranieri.
“Sono ormai anni che studiosi, esperti, istituzioni come l’Accademia della Crusca, denunciano il progressivo scadimento del valore attribuito alla nostra lingua e segnalano l’importanza di una maggiore tutela dell’italiano e del suo utilizzo anche nella terminologia amministrativa da parte dello Stato, delle sue articolazioni territoriali e strumenti di diffusione culturale pubbliche”, spiega Ferrantelli.
“L’uso sempre più frequente di termini in inglese è diventata una prassi comunicativa, mortificante per il nostro patrimonio linguistico e culturale;
Le parole prese a prestito dal mondo anglosassone sono sempre di più tanto da fondare il termine "itanglese" per definire l'invasione di vocaboli stranieri nel corrente dizionario italiano, rasentandone spesso l’abuso.
Questa anglicizzazione ossessiva rischia, al di là delle necessità di una lingua internazionale comune, nel lungo termine, di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana, fino alla sua progressiva scomparsa che alcuni studiosi prevedono nell’arco di ottanta anni”, conclude il consigliere comunale.