La vicenda legata al futuro del Trapani calcio e all'acquisizione della Banca d'Italia, condizione, quest'ultima dettata dall'imprenditore Renè De Picciotto per rilanciare il mondo del pallone in città, si infittisce sempre di più.
Sorvolando sul perchè - alquanto oscuro- le vicende calcistiche debbano intrecciarsi con gli interessi economici del privato, ecco un altro colpo di scena che sembra smentire quanto dichiarato da De Picciotto con una nota diramata oggi: ““In riferimento alla trattativa in essere con Banca d’Italia, per l’acquisto dell’immobile sito a Trapani, in Piazza Scarlatti, comunico che lo stesso istituto bancario – afferma l'imprenditore - ha approvato la proposta e il progetto presentati, che ha comportato il versamento di una caparra pari al dieci per cento del costo complessivo.Il completamento dell’operazione, a questo punto, è subordinato a due aspetti: il cambio di destinazione d’uso dell’immobile, di competenza del Comune di Trapani; il parere positivo della Sovrintendenza competente. Auspicando che nulla possa impedire il compimento di questi atti, il prossimo passo è poi quello del versamento di un ulteriore venti per cento del costo complessivo, per procedere successivamente alla stesura dell’atto del passaggio di proprietà. In considerazione di tutto questo, rimane confermata la possibilità di dare seguito alla manifestazione di interessi presentata a suo tempo, per assumere la proprietà del nuovo Trapani Calcio. Si attende, quindi, la pubblicazione del bando del Comune di Trapani”.
Tutto, quindi, procede nella giusta direzione? Macchè. A smorzare gli entusiasmi è il sindaco Giacomo Tranchida: “Sebbene vi siano state diverse interlocuzioni fra l'imprenditore De Picciotto ed i suoi rappresentanti con l'ufficio Urbanistica del Comune di Trapani , ad oggi nessun progetto riguardante l'immobile dell'ex Banca d'Italia è stato inoltrato al Comune. Qualsiasi pronunciamento formale degli uffici comunali resta, pertanto, subordinato all'effettiva presentazione del progetto medesimo”.
Più che ad una partita di calcio, per restare in tema, le parti in causa sembrano giocare a una partita di poker. E a poker, è risaputo, c'è sempre chi bluffa.
“Ad ogni buon conto, - conclude Tranchida - ad un primo esame della prospettata iniziativa imprenditoriale non appaiono al momento emergere fatti ostativi in merito; è' stata debitamente avviata interlocuzione con il Libero Consorzio di Trapani circa il possibile utilizzo dello stadio Provinciale, nel rispetto della regolamentazione di settore. Al definitivo ed ormai imminente riscontro verrà reso pubblico l’avviso per la manifestazione d’interesse per il titolo calcistico”.
Dopodichè si dovrà giocare a carte scoperte.