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08/04/2021 06:00:00

Il bluff russo. Olesya non è Denise, muore anche questa speranza. Le tappe della vicenda

Dalla speranza, molto cauta, nutrita da Piera Maggio, al bluff, imbastito per giorni, dalla tv russa.

Ieri la conferma di quello che già era nell’aria, e che dalla Russia ci hanno messo giorni a ufficializzarlo, in un lungo reality giocato sulla pelle delle persone. Olesya non è Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 da Mazara del Vallo, quando aveva appena 4 anni, e mai più ritrovata.

Un brutto finale che mette fine alle speranze della mamma di Denise, Piera Maggio. Lo ha annunciato il legale della signora, Giacomo Frazzitta, che ha partecipato a Let Them Talk, il programma russo che si è occupato della questione. La trasmissione, in particolare, ha comunicato in diretta che il gruppo sanguigno di Olesya è diverso da quello di Denise.


Lo show della vergogna
Si chiude così una vicenda che è caduta nel bluff, nel trash, approfittando delle speranze di una ragazza, Olesya, di ritrovare la propria famiglia, e di quelle di una mamma di ritrovare la figlia scomparsa da 17 anni. La tv russa ha praticamente monopolizzato e spettacolarizzato fino all’estremo la storia, con tanto di tamponi per il test del Dna fatti in studio, e un gioco delle buste da quiz show sui risultati dei test. Un tira e molla anche in collegamento con l’avvocato Frazzitta, che ha accettato l’invito solo dopo essersi messo in contatto con l’avvocato di Olesya, sul gruppo sanguigno della ragazza. I media russi hanno praticamente tenuto fuori tutti, per spettacolarizzare la vicenda, che poi, come ci si aspettava ha avuto un esito negativo per le speranze di ritrovare Denise. Non sono state a guardare le tv italiane, che per giorni hanno soffiato sul fuoco a suon di collegamenti, dirette, pareri di sedicenti esperti o amici di famiglia.

 


 

Informata la Procura
L’avvocato della signora Maggio ha comunque inviato una nota alla Procura di Marsala, che valuterà se procedere con ulteriori accertamenti. "Si è preferito accelerare i tempi di verifica, seguendo i contatti in via privata con l'avvocato di Olesya, poiché una eventuale rogatoria con la Russia avrebbe comportato tempi più lunghi e, invece, si reputava necessario conoscere almeno il dato preliminare del gruppo sanguigno, prima possibile, per poi meglio approfondire la vicenda", ha spiegato Frazzitta per poi aggiungere: "Abbiamo comunque affidato gli esami scientifici ricevuti dall'avvocato della giovane russa alla procura della repubblica di Marsala per eventuali altri accertamenti".
L’avvocato ha rivelato anche il motivo per cui Piera Maggio non ha potuto prendere parte in prima persona alla trasmissione russa: “Non ha potuto partecipare al programma perché ha subito un intervento chirurgico ed è in convalescenza”. Ecco perché, poi, è stato Frazzitta a collegarsi con la tv russa.

 


Denise, dalla scomparsa al processo: le tappe
La piccola che il 1° settembre 2004 non aveva compiuto quattro anni, giocava con i cuginetti, in strada, a pochi metri dalla casa della zia materna e quella della nonna che stava preparando il per pranzo. Denise si trova in via la Bruna, in attesa che la nonna la chiami. Mancano 15 minuti alle 12. È l'ultima volta che qualcuno la vede. Iniziano le ricerche. Tutti i giornali e le tv italiane parlano di Denise, si mobilita anche la trasmissione televisiva ‘Chi l'ha visto?'. La famiglia e le forze dell'ordine ricevono decine di segnalazioni. Il 18 ottobre del 2004, più di un mese dopo la scomparsa, una guardia giurata in servizio per un istituto di vigilanza, segnala di aver visto davanti alla banca di Milano , un gruppo di nomadi con dei bambini, una dei quali somiglia in modo impressionante a Denise. La Tv trasmette il video delle telecamere di videosorveglianza che mostrano una bimba dell'età della piccola Pipitone che chiede a un'adulta, presumibilmente, la madre: "Dove mi porti?". La donna la chiama la ‘Danas', uno storpiamento di Denise, forse. Mamma Piera sembra riconoscere sua figlia, è ancora sotto choc, ma mentre gli investigatori passano al setaccio la zona per cercarli, i nomadi sono spariti. Poi si scava sulla vita familiare. In questo articolo ripercorriamo le tappe delle indagini e del processo a Jessica Pulizzi, accusata del rapimento della bambina, e assolta, poi, in tutti i gradi di giudizio.



Una vicenda che ancora oggi, a distanza di oltre 16, interroga un intero Paese su che fine abbia fatto Denise, e dopo l’ennesima delusione si stringe attorno alla mamma Piera Maggio.