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15/04/2021 06:30:00

Castelvetrano, via il punto nascita. I fatti, le reazioni e le posizioni

 Ieri è stata una lunga giornata per Castelvetrano, scandita dalle proteste per la chiusura di un reparto dell’ospedale Vittorio Emanuele II, che si inquadra in una logica al ribasso sul riordino del piano sanitario, poco accettabile in tempi di Covid.

 

I FATTI

 

E’ stata disposta la chiusura del reparto di pediatria e ginecologia dell’ospedale di Castelvetrano ed il relativo trasferimento all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo.

Una decisione temporanea, a causa della mancanza di medici pediatri, ha precisato il commissario straordinario dell’ASP di Trapani, Paolo Zappalà.

A Castelvetrano dovrebbero essere nove, invece ce ne sono cinque. A Mazara dovrebbero essere  in otto, ma sono in due.

E sul perché si sia deciso di assegnare i sette medici rimasti a Mazara e non a Castelvetrano (trasferendo di fatto il reparto), il commissario ne sottolinea le ragioni di sicurezza, dovute essenzialmente alla maggiore vicinanza dell’Abele Ajello all’ospedale di Marsala in caso di urgenze per le partorienti.

La politica non c’entra nulla – ha affermato Zappalà - mancano solo i medici pediatri in pianta organica”.

 

LE REAZIONI

 

Il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano, ha subito fatto un appello a tutte le forze politiche della  Valle del Belice “a scendere in campo insieme ai loro sindaci per far sentire la propria voce in tutte le sedi opportune”. Poi ha cercato di avere un colloquio urgente, anche in videoconferenza, con il presidente della regione siciliana Nello Musumeci, ma senza successo.

Un cittadino di Campobello di Mazara, Silvio Alagna, ha lanciato una raccolta firme per scongiurare il trasferimento che, al momento in cui scriviamo, ha superato quota 4.500.

E ieri mattina, il comitato Orgoglio Castelvetranese, ha organizzato un sit-in davanti l’ospedale, al quale hanno partecipato tutti i componenti del comitato, alcuni consiglieri ed assessori comunali e sei sindaci della Valle del Belice. A parte Enzo Alfano, c’erano anche Castiglione di Campobello, Drago di Salaparuta, Sutera di Gibellina e due vicesindaci: Bulgarello di Partanna e Blanda di Poggioreale. Nell’occasione i sindaci hanno firmato un esposto alla procura della Corte dei Conti.

E sul problema della carenza di personale medico, il sindaco di Castelvetrano ha rivolto un appello ai pediatri di libera scelta: “Date la vostra disponibilità per colmare le difficoltà che l’ospedale dice di avere”.

 

In tarda mattinata, è arrivato anche il camion per effettuare il trasloco di attrezzature e suppellettili, ma la concreta possibilità che i manifestanti avrebbero potuto bloccare il mezzo, ha costretto i responsabili del trasferimento a desistere. Insomma, dopo il gesto simbolico del presidente di Orgoglio Castelvetranese Francesco Saverio Calcara, sedutosi dietro il camion come a voler impedire qualsiasi carico, il mezzo è andato via vuoto.

Al momento in cui scriviamo non sappiamo se il trasloco sia poi ripreso, magari in tarda serata.

Franco Messina, vicepresidente del comitato, sul finire del sit-in ha annunciato che “insieme ai nostri amici sindaci, andremo da Musumeci a chiedergli di ascoltarci”.

Poi a Castelvetranonews, ha detto: “E’ vero che noi non raggiungiamo i 500 parti all’anno. Ma i conteggi andrebbero verificati per bene e non come quelli che la regione siciliana faceva sul Covid. Per esempio, nemmeno Marsala raggiunge 500 parti l’anno. E allora Musumeci, per coerenza dovrebbe chiudere anche Marsala. Siccome ho sentito dalle sue parole che chiude Castelvetrano perché ha paura di essere denunciato, dato che non rispetterebbe la legge (il decreto Balduzzi), a questo punto lo accontenteremo. Perché se non chiude Marsala, viola la legge”.

Anche in questa circostanza, l’avvocato Messina ha ribadito la sua convinzione sul fatto che il territorio stia scontando una scientifica distruzione, perché considerato un luogo mafioso che “non merita nulla”.

 

LE POSIZIONI

 

Il Partito Democratico di Castelvetrano accusa la rete ospedaliera del governo Musumeci di aver  stravolto la precedente rete ospedaliera disegnata dall’ex assessore PD, chiedendo al direttore Zappalà di rivedere la decisione, evitare spostamenti ed accorpare, anche solo momentaneamente, i reparti di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria su Castelvetrano, ospedale vicino allo svincolo autostradale e dotato di elisoccorso, che garantisce un collegamento più rapido con le HUB di riferimento.

 

Carmelo Catalano, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, ha sottolineato come in tempi difficili di emergenza demografica, non possono essere criteri di efficacia, efficienza ed economicità a definire se tenere aperto o meno un punto nascita e tantomeno un parametro astratto come quello dei 500 bimbi nati in un anno. “Chiudere il Punto Nascita di Castelvetrano – ha affermato Catalano - significa privarla di un servizio fondamentale per tutta la Valle del Belice. Questi aspetti riguardano la nostra intera società e sono la misura del suo grado di civiltà”.

 

Nicola Catania, sindaco di Partanna, in un’intervista a Castelvetranoselinunte, ha posto sul piatto la spinosa questione della sicurezza: “Bisogna capire anche perché perdiamo il punto nascita – ha detto - Mi risulta che i lavoratori, i medici, i pediatri, coloro che in quel punto nascita ci lavoravano, hanno giustamente fatto pervenire al commissario straordinario note piuttosto pesanti, perché ovviamente lì non si lavora in sicurezza….”.

“Bisogna capire se fare una protesta tanto per farla – ha aggiunto - in modo da avere lì un punto nascita in qualsiasi modo, oppure protestare per un punto nascita che metta nelle condizioni tutti i nostri concittadini di potersi ricoverare in ospedale a Castelvetrano e partorire in tutta sicurezza”.

 

I coordinamenti comunali della Lega Sicilia di Castelvetrano, Partanna, Poggioreale, Salemi (e i sostenitori di Gibellina, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara) sono contro il finto campanilismo, affermando che “non sarà la trascrizione del nome di una città sulla carta di identità a determinare la battaglia a difesa dell'Ospedale di Castelvetrano; ne può o deve essere lo spostamento del reparto di ostetricia e ginecologia all'Abele Ajello di Mazara, distante appena 15 minuti di autostrada, la goccia che fa traboccare il vaso. Il problema non nasce adesso e non basta più invocare ‘vibranti proteste’ (il riferimento è al sindaco Alfano, ndr). Occorre l'azione politica e amministrativa e quest'ultima, evidentemente, non ha portato i frutti sperati da chi ha dato loro fiducia”.

 

In una nota, il gruppo di opposizione “Obiettivo Città” sembra esprimere durezza nei confronti del sindaco: “C’è chi,  esercitando al meglio il proprio ruolo di attento osservatore, ha il dovere di mettere in evidenza i problemi e protestare, c’è chi invece non esercitando al meglio il proprio ruolo di amministratore mette in evidenza i problemi sollevati da altri e protesta”.

Chi – continua Obiettivo Città - dovrà andare a difendere le nostre istanze con i diversi responsabili provinciali, regionali e nazionali?

 

Elena Ferraro, ha invece commentato così: “Non mi piace pensare a dietrologie politiche e logiche clientelari. Si sta dando corso ad una rete ospedaliera già approvata. Ognuno di noi vorrebbe l’ospedale sotto casa, ma ormai bisogna pensare a dei poli più grandi, più funzionali e meglio organizzati in termini di efficienza, in modo che il paziente abbia la certezza di essere assistito nelle migliori condizioni possibili”.

 

Egidio Morici