Una risata è la distanza più breve tra due persone. Converrebbe tenerlo sempre a mente, in questi tempi inevitabilmente tristi di distanziamenti obbligati.
Così come converrebbe ricordare che ridere fa bene alla salute, e a dirlo non è un pisquano qualunque come chi scrive, ma la scienza: se elevati livelli di stress e ansia causano un abbassamento delle naturali difese immunitarie del nostro organismo, una bella risata spontanea rappresenta al contrario un vero toccasana che aiuta a tenere lontano tensione, disagi e malattie, favorendo la circolazione e l’ossigenazione del sangue, permettendo così ai tessuti di rigenerarsi, e stimolando la produzione di endorfine e i loro effetti benefici sul sistema cardiovascolare. Esistono fior di ricerche, al riguardo.
Lasciando poi da parte il più fortunato tra gli slogan post-sessantottini (“Una risata vi seppellirà”, peraltro di conio stravecchio: c’è chi sostiene che il primo a pronunciarlo fu Bakunin, ma non è certo; è certo invece che se ne trova traccia nelle cronache di fine ‘800 e inizio ‘900 relative alle lotte degli anarchici dell’epoca), non sarà inutile ricordare che il potere della risata era tenuto in grandissima considerazione fin dall’antichità: già Aristotele esortava gli uomini a praticare la virtù del buon umore (eutrapelia) e quindi a ridere. I buoni lettori e i cinefili ricorderanno che proprio il secondo libro della Poetica del filosofo greco dedicato alla commedia, dove si parla appunto del potere liberatorio della risata, è la scaturigine delle morti misteriose di monaci che, nel capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa, si succedono nell’abbazia benedettina durante la visita di frate Guglielmo da Baskerville, che acutamente farà luce sull’intrigo.
Mosso da convincimenti e pensieri analoghi, il Sindacato provinciale dei titolari di farmacia di Trapani, nella persona del suo presidente Leonardo Galatioto (nella foto a sinistra), che di buone letture ne ha evidentemente masticate molte, ha pensato bene di approfittare del 1° aprile e della plurisecolare tradizione di realizzare in quella data burle e scherzi per farsi quattro risate.
Galatioto ha così fatto partire proprio il primo giorno del mese una finta circolare con la quale si comunicava alle farmacie della provincia che, in forza della disposizione assessoriale numero “prot. Fa.rl.OCC. 19821” (che qualche sospetto avrebbe dovuto farlo sorgere, soprattutto se messa insieme alla data di invio, 1° aprile, e al numero di protocollo della circolare stessa, contrassegnato dalla sigla J.O.K.E. 69), le ricette andavano consegnate all’interno di “cartoni a norma”, che il sindacato si era già premurato di acquisire e rendere disponibili nella sede sociale.
La nota invitava quindi i titolari associati a recarsi negli uffici del sindacato per ritirare i fantomatici cartoni speciali “di loro spettanza” da utilizzare per la consegna delle ricette, a partire da quelle spedite nel mese di marzo.
Gettata la rete, il “pescatore” si è messo pazientemente ad aspettare, ben sapendo che entro il 12 aprile (termine per la consegna delle ricette alla Asl) tutti i titolari della provincia avrebbero raggiunto il capoluogo per ottemperare all’incombenza e in quell’occasione – ove avessero abboccato all’amo – sarebbero passati al sindacato per il ritiro delle nuove scatole per consegnare le ricette. E così, in effetti, è stato. Nella rete sono rimasti impigliati 26 “pesci”, compunti titolari di farmacia che, entrati negli uffici del sindacato provinciale per chiedere i “cartoni speciali”, si sono invece visti consegnare una pergamena attestante la vincita del “Premio pesce d’argento & volpe in similoro 2021”, con i suddetti riconoscimenti conferiti non in solido (altra piccola beffa…) ma semplicemente riprodotti sullo stesso pezzo di carta attestante la vincita del premio (il grazioso pesciolino d’argento è quello della foto del titolo).
Inevitabili le risate seguite al disvelamento dell’inganno (anche se, ovviamente, alcune delle malcapitate vittime non hanno voluto rinunciare al piacere di tirare qualche moccolo all’indirizzo del presidente Galatioto), in un comprensibile coro di motteggi e prese in giro.
Una successiva lettera di Galatioto agli associati ha dato conto dello scherzo, con l’invito alle 26 vittime a prenderla con ironia (cosa che peraltro più o meno tutti avevano già fatto) e con la speranza che la piccola burla sia riuscita a centrare il suo vero obiettivo, ovvero – come chiarisce lo stesso presidente del sindacato provinciale – “farci insieme una risata per placare, anche solo per un momento, l’ansia, il nervosismo e la frenesia che, ormai da più di un anno, ci attanagliano”.
ll laconico saluto finale di Galatioto, “Al prossimo anno…”, lascia intendere che l’aristotelico presidente dei titolari di Trapani abbia tutta l’intenzione di riprovarci ancora, da convinto assertore del potere terapeutico e salvifico delle risate. Ma è ragionevole ritenere che il prossimo anno farà bene a guardarsi le spalle, dove tradizionalmente viene attaccato, a insaputa della vittima, il pesce d’aprile: qualcosa ci fa pensare, infatti, che tra le 26 vittime di quest’anno ci sia già chi ha già cominciato a pensare come restituire pan per focaccia al suo presidente. Sarà interessante vedere cosa sapranno inventarsi. L’importante è che, alla fine, si rida.