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26/04/2021 06:00:00

Trapani, quello che non va all'ospedale."Pazienti in barella e tante carenze"

 Ormai è chiaro a tutti. La Sanità è concentrata ad affrontare l'emergenza del momento: la pandemia. A catalizzare l'attenzione è il Covid. Covid e solo Covid. Un'attenzione assoluta verso il Coronavirus.

A pagare le conseguenze, di questa strategia, sono, però, i pazienti affetti da altre patologie e i reparti degli ospedali impegnati ad affrontare emergenze non da Covid, depotenziati, senza posti letto a sufficienza e con la cronica carenza di personale medico ed infermieristico. Addirittura a Marsala e a Trapani sono stati chiusi interi reparti. Lo ha imposto il Covid.


All'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani – ospedale No Covid – è accaduto che tre pazienti, affette da broncopolmonite – non da Covid, ovviamente – per carenza di posti letto nel reparto di Medicina, sono state ricoverate in una sorta di deposito. Costrette anche a stare sulle barelle.


La denuncia è del figlio di una degente “parcheggiata” in una stanza che di degenza non ha nulla.
Il suo racconto inizia così: “Quindici giorni fa ho dovuto ricoverare mia madre per una broncopolmonite con insufficienza respiratoria. Al pronto soccorso, dopo gli accertamenti del caso, mi hanno fatto firmare il ricovero in barella. Aggiungo, barella rotta, senza sponde. Mia madre ha 89 anni ed ha anche problemi di memoria e di deambulazione”.
Il calvario, però, era appena all'inizio. “ Arrivati nel reparto di medicina, il medico, gentilissimo, dopo aver visitato mia madre, faceva allocare la barella con la paziente in una stanza tipo deposito”. Lì c'erano già altri due pazienti. “Tutti abbandonati al loro destino. In quella stanza nemmeno veniva rispettata la minima distanza di sicurezza”.
Le risposte alle domande poste dal figlio dell'anziana donna sono state: “Hanno chiuso interi reparti sia a Trapani sia Marsala”. Ergo, un solo reparto adesso accoglie pazienti che prima giostravano in tre presidi ospedalieri.
“Insomma – dice il figlio dell'anziana – si curano i malati affetti da Covid e si lasciano in totale abbandono soggetti fragili affetti da patologie altrettanto serie”.


Ma non è tutto. Un'altra lettera giunta alla nostra redazione rivela altre criticità sempre al Sant'Antonio Abate, ospedale No Covid. Ergo, a perdere.
“ Dopo più di un anno dall’ inizio della pandemia, - si legge nella missiva - il Sant' Antonio Abate non è ancora dotato di percorsi separati per i pazienti Covid e non Covid. I due ascensori adiacenti che portano dal pronto soccorso ai reparti, passando per la radiologia ,uno dei quali destinato ai pazienti COVID, si aprono nello stesso angusto corridoio. Quando un paziente COVID deve andare in radiologia si blocca il percorso, finchè il malato, terminate le indagini non torni in pronto soccorso. A quel punto una generosa spruzzata di candeggina ripulisce il percorso. Il tempo necessario per eseguire gli esami e sanificare gli ambienti è poco meno di un’ ora, durante la quale anche i codici rossi in arrivo da Trapani e da Marsala sono costretti ad aspettare”.

"Se si dovesse scampare alla contaminazione – prosegue la lettera - poi, bisogna sperare di non aver bisogno di un posto letto. Infatti a fronte della chiusura di un intero ospedale, e del trasferimento della Pneumologia, nessun potenziamento di posti letto è stato previsto per il S. Antonio. I pazienti che afferiscono dal megabacino che va da Petrosino a S. Vito lo Capo si accalcano in barella nei corridoi, con grande sofferenza del poco personale dei reparti, particolarmente Ortopedia e Medicina".


"Non è comunque necessario stare male al punto di ricoverarsi per prendersi o portare il COVID in ospedale
. Sono infatti ancora funzionanti gli ambulatori dei reparti, la cui utenza accede senza doversi sottoporre a tampone rapido, basta un controllo della temperatura. Spostare gli ambulatori alla contigua cittadella della salute, lontano dai pazienti ricoverati, sarà sembrata una soluzione troppo banale al direttore generale. Speriamo che l’ amministrazione, tra un’ inaugurazione e l’ altra, - conclude la lettera - trovi il tempo di mettere in sicurezza i cittadini bisognosi di cure”.

Le criticità riportate nelle due lettere sono state poste all'attenzione dell'Asp di Trapani che, però, non ha voluto replicare.