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26/04/2021 10:10:00

Sull'intensità della morte e la fascinazione del male

di Katia Regina

Centoventi morti, probabilmente di più, ma non abbastanza da aprire un telegiornale con questa notizia terribile. I soliti migranti sul gommone, meglio occuparsi della Superlega che non è il sogno di Salvini, ma business intorno al mondo del calcio, quello sì che sposta i flussi. Si chiama omissione di soccorso, ma non credo che si aprirà un fascicolo per chiedere conto all' Unione Europea per questo ennesimo massacro. Dalle nostre parti si muore ogni giorno per la pandemia e non è solo una questione di numeri, no, sto parlando di intensità, i poveracci muoiono meno, me lo ha insegnato De Andrè nel Testamento di Tito.

È proprio un brutto momento per morire annegati in mare, quasi inopportuno direi, con tutte le beghe che abbiamo da risolvere è da maleducati intasare le linee satellitari con richieste di soccorso. Qui abbiamo la questione dei vaccini, le dirette fb di Grillo da seguire, le dichiarazioni dei virologi sugli effetti collaterali, i calcoli ragionati sul rischio riaperture, etcetera etcetera.

Si chiama Salvatore Scumace, ha percepito per quindici anni lo stipendio senza mai andare al lavoro neppure per un giorno. Altro che miserabili creste sui rimborsi spesa o rognosi spiccioli sullo straordinario, qui siamo di fronte a un genio del male, bene che sia stato scoperto, impossibile negare una certa curiosità, quasi ammirazione. Avete presente il film con Di Caprio, Prova a prendermi, ecco, qualcosa di simile. La fascinazione del male non l'ho certo inventata io, esiste da quando esiste l'uomo e per quanto sia politicamente scorretto ammetterlo, tutti ne siamo stati vittime in qualche modo, non si spiegherebbe altrimenti il successo di Arsenio Lupin o Diabolik. Su questo delicato argomento vi suggerisco una lettura molto interessante Le lettere di Berlicche di Clive Staples Lewis, gli spunti di riflessione tornano utili anche a quanti potrebbero storcere il naso dinnanzi a simili tentazioni. Quanti invece volessero spingersi un po' oltre consiglio Limonov di Emmanuel Carrère, un romanzo capace di tenere il lettore sospeso tra il bene e il male.