L’ospedale di Castelvetrano sarà potenziato. Lo aveva annunciato in un comunicato stampa il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci (ne avevamo parlato qui), ribadendo l’impegno anche con la delegazione dei sindaci della Valle del Belice (qui il nostro articolo).
Previsto anche il laboratorio di Emodinamica, la riattivazione di Chirurgia generale, Anestesia e Rianimazione. Ma anche l’aumento dei posti di terapia intensiva e la riapertura della farmacia interna all’ospedale.
Anche l’Asp di Trapani si è detta pronta a fare la propria parte per riattivare il Punto nascita, puntando al potenziamento dell’intera struttura.
C’è però un particolare non da poco.
Anche se l’assessore Razza si è dimesso, dopo le note vicende sui dati del Covid in Sicilia, il Piano Razza è ancora lì. Ed è un atto aziendale in totale contraddizione con gli impegni presi dal presidente Musumeci.
Ecco perché la Commissione Sanità dell’Ars, presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, dovrebbe riunirsi proprio oggi per votare la modifica di questo atto.
Quello sarà un primo passo concreto per evitare quel depotenziamento previsto sulla base di un decreto (Balduzzi) diventato in tempi di Covid ormai anacronistico.
Anche se dare una risposta su quanto ci vorrà per rendere pienamente operativi i reparti, completi di personale e tecnologie necessarie, così come chiesto dal delegato dell’associazione Codici, Giovanni Crimi, sarà difficile.
I tempi della pubblica amministrazione (e della politica) possono essere molto diversi da come ce l’immaginiamo.
Così come diversi potranno essere i tempi, e soprattutto i modi, della riapertura del Punto nascita, trasferito temporaneamente a Mazara del Vallo per problemi di sicurezza legati alla carenza di pediatri.
E forse non basta che alla promessa di riaprirlo una volta reclutati due pediatri, il Comitato Orgoglio Castelvetranese risponda di averne trovati tre e pretenda la riapertura immediata.
Su questo punto, il sindaco di Partanna Nicola Catania, intervenendo in una trasmissione radio a RCV, ha sottolineato come le questioni andrebbero affrontate con serietà e responsabilità, senza trarre in inganno l’opinione pubblica con le provocazioni.
“La disponibilità di professionisti dovrebbe passare prima attraverso una verifica dei vertici dell’Asp rispetto al servizio richiesto – ha affermato Catania - poi vedere se queste persone potrebbero essere contrattualizzate, inoltre capire se c’è la disponibilità a soddisfare almeno 15 turni di reperibilità al mese. Stiamo parlando di persone a cui affidare la vita dei nascituri e delle mamme. Non è che bisognava trovare tre persone per fare una partita a briscola”.
Al di là delle diverse posizioni, il percorso istituzionale ha comunque avuto inizio. Ed i risultati non possono che passare dagli atti necessari ad invertire quel depotenziamento voluto da un decreto che ormai, in tempi di pandemia, non riconosce più nessuno.
Egidio Morici