E’ stato il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte ad assolvere (“il fatto non sussiste”) ad assolvere i due campobellesi che, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto da Stefano Pellegrino le buste della spesa in cambio del voto, alle ultime elezioni regionali, in cambio del voto.
Anche loro erano accusati di corruzione elettorale. I due assolti sono Maria Tocco, di 39 anni, e il cognato Antonino Cucuzza, di 46. A difenderli sono stati gli avvocati Chiara Bonafede e Calogera Falco. Nel frattempo, a Palermo, il gup Ermelinda Marfia ha rinviato a giudizio il deputato regionale marsalese.
L’indagine, della Dda di Palermo, è stata quella denominata “Mafia Bet”. Anche se a Pellegrino, difeso dagli avvocati Luigi Pipitone e Gabriele Pellegrino, non è stata contestata l’aggravante mafiosa. Il processo a Pellegrino verrà avviato in giugno davanti il Tribunale di Marsala.
Lui, intanto, dichiara: “I due elettori, che secondo l’accusa mi avrebbero votato per aver ricevuto da me generi alimentari, peraltro in epoca successiva alla mia elezione, sono stati già assolti dal Tribunale di Marsala perché il fatto non sussiste. La logica e la coerenza, che debbono informare e sostenere ogni comportamento umano, e quindi anche le decisioni giudiziarie, autorizzavano ad attendermi ragionevolmente un provvedimento di archiviazione. Così non è stato. Sono, comunque, assolutamente sereno sull’esito del processo e su una sentenza che provi la mia assoluta estraneità ai fatti, confortato, nonostante la spiacevole vicenda, dal costante affetto e dalla reiterata e confermata stima di chi conosce me e la mia storia professionale, politica e familiare”.