E' stata spacchettata in più procedimenti, molte archiviazioni, e ora arrivano le prime richieste di condanna.
E' come si è sviluppata l'inchiesta “Palude”, su un giro di corruzione tra Alcamo e Castellammare del Golfo scattata nel 2018 e che ha avuto come “epicentro” il genio civile di Trapani.
Due dei 26 indagati hanno scelto il rito abbreviato e ora è arrivata la richiesta di condanna. Per Giuseppe Grillo la procura di Trapani ha chiesto la condanna a 4 anni, per Giuseppe Gaspare Motisi la condanna a 4 anni e otto mesi.
L'indagine portata avanti dalla guardia di finanza sfociò in diversi tronconi giudiziari che coinvolsero l'allora capo del genio civile di Trapani, Giuseppe Pirrello, e un dirigente del Comune di Castellammare, Simone Cusumano. Tra gli indagati c'era anche l'assessore regionale Mimmo Turano, la cui posizione fu poi archiviata.
Secondo l'accusa Motisi, in qualità di responsabile unico del procedimento su un appalto per i lavori al porto di Castellammare, avrebbe agevolato un imprenditore, risparmiandogli la rimozione di un pontile in cambio di uno sconto nei confronti del figlio, titolare di una ditta di noleggio gommoni. Grillo invece, in cambio dell'attestazione di collaudo di un immobile avrebbe corrotto il dirigente del genio civile di Trapani, Pirrello.
Al termine della prossima udienza, fissata al tribunale di Trapani per martedì 8 giugno, dopo le arringhe dei due difensori dovrebbe arrivare la sentenza. I due indagati, avendo scelto il rito abbreviato, in caso di condanna otterrebbero uno sconto di un terzo della pena.