Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e atti persecutori, reato più noto come “stalking”, è il carico di accuse dalle quali, in Tribunale, a Marsala, è chiamato a difendersi il 49enne castelvetranese G. F..
E non sarà facile. Nell’ultima udienza, infatti, l’ex compagna, E.R., in lacrime, ha dichiarato: “Mi picchiava ogni giorno. Cominciò quando eravamo ancora fidanzati…”. La sua è stata una testimonianza a tratti drammatica, che ad un certo punto il giudice Massimiliano Alagna ha dovuto interrompere per la donna ha avuto una crisi di pianto ed è stata necessaria una sosta. “Mi picchiava quando era in crisi di astinenza da eroina – ha dichiarato l’ex compagna dell’imputato – che si drogasse l’ho scoperto soltanto durante la nostra convivenza. Me lo disse un suo amico. Quando gli chiesi se era vero, lui prima negò, ma poi lo ammise. Io non l’avevo mai capito. Poi, ho saputo che andava a rifornirsi al quartiere Mazara Due. Quando tornava era allegro, mi trattava bene, ma poi tornava ad essere depresso e mi picchiava. Una volta, davanti alla nostra bambina, mi trascinò tirandomi per i capelli lungo il vialetto di casa”. La svolta, dopo otto anni di difficile convivenza, arriva il 26 gennaio 2017, quando E.R., che all’epoca incinta, sarebbe stata colpita con pugno talmente violento che la fece andare a sbattere la testa sul frigo, finendo a terra.
L'uomo, mentre la compagna era sul pavimento, avrebbe continuato a colpirla con calci e pugni, prendendola a male parole. Quel giorno, la donna, che nel processo è parte civile con l’assistenza dell’avvocato Lidia Seidita, decise di fuggire da casa insieme alla figlia. Le lesioni subite furono refertate nove giorni dopo all’ospedale di Firenze. Poi, nel 2017, lo stalking. L'uomo, difeso dall’avvocato Marco Campagna, non si sarebbe, infatti, arreso all’idea di interrompere la relazione. E quindi continue telefonate, insulti e minacce.