Ambienti in cui si incontrano ricerca e persone per promuovere l'innovazione sociale e rilanciare le imprese. Si tratta dei "Living Labs" che la Regione Siciliana promuove nei territori del Gal (Gruppo di azione locale) per favorire la partecipazione dal basso ai processi di innovazione attraverso il sostegno a piccoli gruppi di persone che progettano, sviluppano e testano nuovi prodotti e servizi.
«Obiettivo del Governo Musumeci è puntare sull’innovazione quale punto di partenza per il rilancio delle piccole e medie imprese dell'isola. Questa misura di sostegno alla generazione di soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale, attraverso l'utilizzo di ambienti di innovazione come i "Living Labs" permette di fare uscire il processo di ricerca dai laboratori – dice l'assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano - incoraggiando l’incontro di tutti gli attori dell’innovazione, sia interni che esterni all’impresa, coinvolgendo cittadini e utenti finali dei prodotti e servizi in cui è rilevante l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione».
Il dipartimento delle Attività produttive ha lanciato un avviso per raccogliere proposte. L'azione, finanziata con i fondi Po-Fesr 2014-2020 destinati allo sviluppo locale di tipo partecipativo, ha uno stanziamento di 6 milioni e mezzo di euro, suddiviso per aree geografiche fra le 13 comunità di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD, Community Led Local Development): Eloro, Etna, Golfo di Castellammare, Kalat, Natiblei, Nebrodi Plus, Rocca di Cerere, Sicani, Terre Barocca, Terre del Nisseno, Terre di Aci, Valle del Belice e Valli del Golfo. Destinatari sono enti e associazioni no profit, distretti, incubatori, portali dei servizi telematici e istituti scolastici.
Le domande di finanziamento dovranno essere trasmesse entro il 30 giugno 2021. Qui il link per info, dettagli e bando dell'Avviso PO FESR 2014/2020 – Azione 1.3.2 – Living Labs.
Migranti, un polo integrato in ogni provincia siciliana - In ogni provincia siciliana verrà attivato un centro polifunzionale per l'assistenza ai circa 190 mila migranti regolari presenti nell'Isola. A darne notizia, l'assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone. È stato pubblicato, infatti, il bando con i fondi comunitari del progetto Su.Pre.Me., circa 1,4 milioni di euro, finalizzato all'attivazione di un centro di integrazione in ogni provincia per la presa in carico e l'assistenza dei soggetti provenienti da paesi terzi. All'interno è previsto il coinvolgimento di attori ed attività pubbliche e private con l'obiettivo di migliorare per i migranti regolari l'accessibilità del sistema dei servizi territoriali e tra questi, quelli sociali, sanitari, logistici, abitativi e di politiche attive del lavoro.
«I migranti regolari fanno parte oramai del nostro tessuto sociale e costituiscono per alcune attività economiche della nostra regione, in primis l'agricoltura, una forza lavoro non indifferente - ha dichiarato l'assessore Scavone - Per questo, serve oggi assicurare nei loro confronti processi di integrazione, nonché di partecipazione attiva alla vita sociale delle comunità dove risiedono. Il progetto che abbiamo messo in campo con la creazione dei centri polifunzionali serve anche per assicurare loro adeguate misure di prevenzione e tutela della salute sui luoghi di vita e di lavoro, intervenendo con azioni di alfabetizzazione sanitaria e di formazione che li possano accompagnare verso l'inserimento nel mercato del lavoro regolare e alla loro piena autonomia».
Dai dati in possesso dell'assessorato alle Politiche sociali la popolazione straniera da paesi terzi censita al primo gennaio 2020 in Sicilia è di circa 190 mila persone. In particolare 15.151 ad Agrigento, 7.893 a Caltanissetta, 34.875 a Catania, 4.062 ad Enna, 27.987 a Messina, 34.143 a Palermo, 29.207 a Ragusa, 15.645 a Siracusa e 20.750 a Trapani.
«Sono numeri importanti - ha aggiunto l'esponente del governo Musumeci - di persone che sono diventate parte integrante della nostra società e per le quali occorre, ed è l'obiettivo del bando, sviluppare strategie territoriali in grado di offrire servizi utili soprattutto a prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo, promuovendo processi di emersione e di integrazione sociale ed occupazionale dei migranti regolari».
All'avviso pubblico potranno partecipare gli enti del terzo settore, sia in forma singola che associata con altri soggetti pubblici o privati, i quali dovranno indicare l'ambito territoriale per il quale partecipare oltre alla disponibilità dell'immobile da utilizzare come sede del centro.
Il bando è stato pubblicato sul portale della Regione Siciliana, nella sezione Ufficio speciale immigrazione dell'assessorato regionale alle Politiche sociali, a questo indirizzo.
Statuto Siciliano - «Come possiamo investire sulla nostra natura di "Regione speciale" per tentare di recuperare parte del tempo perduto nei decenni passati e "inventare" una strategia di crescita e di sviluppo, libera da ogni sciocco rivendicazionismo? Tutti gli osservatori economici ci dicono che, da soli, i settori produttivi tradizionali non bastano a far decollare il nostro Pil: da trent’anni restiamo inchiodati in coda alla classifiche delle regioni italiane. Il limite che ci portiamo dietro come una zavorra è la condizione di marginalità e perifericità della Sicilia rispetto all’Europa».
E’ uno dei passaggi dell’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci, in occasione del settantacinquesimo anniversario dello Statuto Siciliano, che stato ricordato - scrive il Governatore - «con la sobrietà che il momento impone».
«Per superarlo serve ritagliarci una nuova "centralità" nel bacino mediterraneo - continua Musumeci - avere l’ambizione di candidarci ad essere la piattaforma logistica di quell’area, tornata ad essere luogo di transito e di scambi. Per farlo servono alla Sicilia quelle infrastrutture strategiche che lo Stato ha solo promesso e che Palermo con poca convinzione ha sollecitato. Opere che facciano muovere velocemente persone e merci. Al governo Draghi, come ai precedenti, non chiediamo solidarietà, né gesti di carità, ma la dotazione di infrastrutture capaci di rendere appetibile ed attrattiva la nostra Isola agli investitori. Tutto il resto lo faremo noi siciliani».
Il presidente della Regione affronta poi il tema dei costi legati alla insularità: «Ci costa oltre sei miliardi l’anno, abbiamo il diritto di chiedere il collegamento stabile nello Stretto? Se i nostri treni viaggiano a 80 chilometri l’ora è giustificato chiedere l’alta velocità anche da noi? Per avviare tale strategia - aggiunge Musumeci - non servono contrapposizioni con Roma o con Bruxelles, ma una interlocuzione istituzionale alimentata da sano realismo. In questa direzione ci sarebbe di aiuto la tanto attesa revisione dello Statuto, rendendolo adeguato alla nuova dimensione costituzionale comunitaria e nazionale. Ma serve anche abbandonare del tutto la logica dell’assistenzialismo e del familismo - che ha prodotto solo povertà, ingiustizie e contiguità opache - e guardare alle imprese come fonte di vera ricchezza. Occorre - conclude il presidente della Regione nel suo intervento - la piena condivisione di tutti, classe dirigente politica e burocrazia, innanzitutto. Perché da solo nessun governo della Regione potrebbe mai vincere questa sfida. Che va affrettata proprio adesso, dopo la drammatica pandemia che ci ha messi duramente alla prova».