Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/05/2021 10:59:00

Mazara, si incantena il comandante dell'Eliseo. Ecco perchè 

 Ha deciso di incantenarsi. E' Giuseppe Giacalone, il comandante del peschereccio Aliseo, di Mazara del Vallo, quello che è stato mitragliato dai libici qualche giorno fa. Giacalone è pure rimasto ferito alla testa. Perchè si è incatenato? Perchè, al suo rientro, sono state aperte le indagini su quello che è successo nelle acque libiche il 6 Maggio, ed il peschereccio pertanto è stato sequestrato. 

Ecco perchè Giacalone, se il suo peschereccio non verrà dissequestrato in tempi brevi, ha annunciato l'intenzione di volersi incatenare davanti la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo.

Da mercoledì il motopesca dovrebbe essere già nelle acque maltesi per un nuovo lavoro. La società dell'armatore Alessandro Giacalone (figlio del comandante), infatti, ha già firmato, mesi addietro, un contratto con una società di Malta per il traino delle gabbie di tonni. E per questo dovrebbe essere impiegato proprio il motopesca 'Aliseo'.
Il mezzo, però, è ormeggiato al porto di Mazara del Vallo, in attesa che il Ris dei carabinieri effettui alcuni sopralluoghi tecnici su delega della Procura di Roma che ha aperto un'inchiesta dopo il mitragliamento da parte della Guardia Costiera libica. "Rischiamo di perdere tutto e pagare le penali se non ottemperiamo al contratto - ha detto il comandante Giacalone - tutto il mio equipaggio ha necessità di lavorare e non possiamo permetterci di stare fermi".

La Procura della capitale ha aperto un’inchiesta per indagare sul mitragliamento da parte della nave che l’ex ministro dell’Interno Minniti aveva donato alle milizie libiche per fermare l’arrivo dei migranti. La Marina militare della Libia, inizialmente aveva negato l’accaduto parlando di colpi di avvertimento; in seguito ha giustificato l’attacco dicendo, attraverso un comunicato, che il peschereccio siciliano aveva speronato la “660 – Ubari” dando inizio ad un inseguimento durato tre ore.