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29/05/2021 06:00:00

Caso Sicilifert a Marsala, Pietro Foderà assolto dall'accusa di truffa

 “Il fatto non sussiste”. Con questa formula, la Corte d’appello di Palermo ha assolto dall’accusa di truffa il 37enne Pietro Foderà, amministratore della “Sicilfert”, l’azienda marsalese che produce concimi lavorando i rifiuti organici conferiti da diversi Comuni dell’ex Ato Tp1.

In primo grado, il 22 dicembre 2018, Foderà era stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Iole Moricca ad un anno e 10 mesi di carcere (pena sospesa). In quell’occasione era stato assolto dall’accusa di falso e per quattro episodi di pesatura. Adesso, è stato assolto anche dal reato di truffa. “Vince l’onestà dell’imprenditore” hanno dichiarato i legali dell’imprenditore e della Sicilfert, gli avvocati Diego e Massimiliano Pasquale Tranchida, che dopo la sentenza di primo grado avevano sottolineato che era stata “esclusa pure l'aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità, essendo stato solamente contestato un profitto complessivo di 1471 euro”.

Secondo l’iniziale accusa, la Sicilfert, tra gennaio e maggio 2014, avrebbe barato sul peso dei rifiuti conferiti dai mezzi dell’Aimeri Ambiente, l’impresa cui l’Ato Tp1 aveva appaltato il servizio di raccolta dei rifiuti. L’indagine è stata svolta dai vigili urbani di Marsala. A farla scattare, nel febbraio 2014, era stato un esposto dell’Aimeri Ambiente. Secondo gli investigatori, le bilance non erano truccate, ma il peso dei rifiuti conferiti sarebbe stato, in diversi casi, aumentato sottraendo al peso lordo la tara di un mezzo meno pesante rispetto a quello che li aveva trasportati. L’azienda, che viene pagata dai Comuni in base al peso dei rifiuti smaltiti, avrebbe quindi incassato cifre superiori a quelle realmente spettanti.

A coordinare l’indagine dei vigili è stato il sostituto procuratore Anna Sessa. Tra i diversi Comuni costituitisi parte civile, anche Marsala, rappresentato dall’avvocato Luigi Cassata, che nel corso del processo di primo grado aveva chiesto e ottenuto di citare la Sicilfert come “responsabile civile”. Gli altri Comuni parte civile sono stati Paceco (avvocato Vincenzo Maltese), Erice, Valderice, Alcamo, Custonaci, Calatafimi, Castellammare del Golfo. Parte civile, naturalmente, anche l’Aimeri. Per Foderà, il giudice Moricca aveva sentenziato anche la “incapacità di contrarre con pubblica amministrazione” per un anno la confisca di una somma di denaro (1471 euro).

Ed inoltre, sempre in primo grado, condanna “in solido”, inoltre, con la Sicilfert a risarcire il Comune di Marsala per il danno subito con 5217,50 euro. Solo Marsala ottenne, nel dicembre 2018, la condanna al risarcimento anche della Sicilfert. Altri Comuni solo dal Foderà. Risarcimento danni anche per l’Aimeri. A far scattare l’indagine, come detto, fu un esposto dell’Aimeri, il cui dirigente operativo Area Sud Italia, l’architetto Giovanni Maria Picone, che quando è stato ascoltato in Tribunale dichiarò: “L’esposto nasce dal fatto che i dati delle pesature che facevamo a campione noi in azienda, anche per controllare la produttività dei dipendenti, erano sproporzionati rispetto ai quantitativi che risultavano alla Sicilfert”.