E’ in programma per oggi (martedì, ndr), davanti al Gup del Tribunale di Trapani Emanuele Cersosimo, la prima udienza preliminare del procedimento relativo allo sbarco di migranti sull’isola di Marettimo del 18 aprile 2019. Sbarco per il quale il procuratore aggiunto di Trapani Maurizio Agnello ha chiesto il rinvio a giudizio di un marsalese di 63 anni, Antonino Scarpitta, e di sette tunisini.
Scarpitta, residente a Petrosino, è accusato di avere effettuato il trasporto via mare dei sette migranti nordafricani, mentre questi ultimi, di età compresa tra i 20 e i 42 anni, devono rispondere di ingresso irregolare sul territorio dello Stato italiano. L’indagine, che non è sfociata in misure cautelari, è stata condotta dai carabinieri della stazione di Favignana. I sette tunisini per i quali si chiede il processo sono Ghassen Saida, di 22 anni, Arbi Bouthouri, di 23, Souhaiel Rhimi, di 20, Sabeur Wartani, di 42, Abdallah Skander Bel Haj, di 22, Joussef Rhimi, di 36, e Moncef Mesbah, di 25. Tranne il primo, adesso sono tutti “irreperibili”. Probabilmente, hanno deciso di cercare fortuna in qualche altro Paese europeo. Uno di loro (Bouthouri) era stato accusato anche di avere detto il falso ai carabinieri, affermando di essere minorenne, ma di questa imputazione adesso non c’è traccia. Difensore di fiducia di Antonino Scarpitta è l’avvocato marsalese Vito Cimiotta, mentre legali d’ufficio dei nordafricani sono gli avvocati trapanesi Salvatore Villabuona e Gabriella Giacalone, che assiste quelli che hanno fatto perdere le tracce. Diversi sono stati, a Marettimo, gli sbarchi di migranti tra il 2009 e il 2020. Di solito, sono arrivati a piccoli gruppi.