Assoluzione piena per Elena Ferraro: il fatto non sussiste.
A querelarla era stato Francesco Tagliavia, socio al 50% del centro di radiologia diagnostica Hermes a Castelvetrano. “L’aveva chiamata a rispondere (unitamente alla sorella ed al consulente della società) di due ipotesi assolutamente infondate di falso – raccontano gli avvocati Giovanni Lentini e Sarah Bartolozzi - nella qualità di presidente del Cda della struttura”.
L’accusa di Tagliavia riguardava la falsificazione della sottoscrizione di un verbale d’assemblea.
Invece, qualche giorno fa, il giudice per l’udienza preliminare, attraverso l’abbreviato condizionato ad una perizia grafica, ha attestato “l’assoluta e certa paternità della sottoscrizione della presunta persona offesa” aggiungono i legali, assolvendo Elena Ferraro, la sorella ed il consulente.
Assoluzione che era stata chiesta anche dal pm.
La vicenda avrebbe avuto origine sul finire del 2017, proprio quando la Ferraro aveva cominciato a ricevere pressanti richieste di acquisto delle sue quote societarie, nonostante non avesse alcuna intenzione di venderle.
Ne avevamo già scritto nel febbraio scorso, su Tp24. E proprio in quel periodo aveva dichiarato che le continue richieste, riguardavano soltanto le sue quote: mediatori che arrivavano dicendo di voler acquistare per conto di altri, di cui però non volevano rivelare i nomi.
Le avevamo chiesto se ne avesse parlato con Tagliavia, ma proprio dalla fine del 2017 i loro rapporti si sarebbero guastati.
Elena Ferraro nel 2011 aveva denunciato Mario Messina Denaro, cugino del capomafia latitante, poi arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Eden”.
Egidio Morici