Il fuoco si è fermato quando ormai non c'era più niente da bruciare. La montagna annerita ancora una volta è stata colpita. Azione chirurgica.
Lo Scirocco ha fatto il resto alimentando le fiamme da San Matteo, a Pizzolungo a Bonagia. La ferita è vasta. Ma ciò che fa rabbia è che per l'ennesima volta il territorio si è fatto trovare impreparato. La realtà è che non sappiamo proteggere il nostro patrimonio naturalistico di cui ormai è rimasto ben poco.
La natura sfregiata è un pugno allo stomaco. Possibile che durante le giornate di Scirocco non vengano adottate tutte le misure necessarie per scongiurare devastazione e terrore? Gli incendi, durante la stagione estiva, dalle nostre parti, non sono casi isolati, ma una azione sistematica volta a colpire il territorio, a distruggere quel poco di verde che è rimasto. Summit in Prefettura, incontri a go-go alla Regione, appelli. Tutto inutile. Il fuoco non si ferma. Il fuoco continua a ferire. Il fuoco continua a vincere. A Pizzolungo le fiamme hanno aggredito una abitazione. A Pizzolungo e Bonagia residenti e villeggianti hanno vissuto una domenica da incubo. Ma anche nella zona di villa Rosina, anche qui il fuoco ha minacciato di aggredire le abitazioni. Passata la grande paura, inizia il valzer delle polemiche.
«È doloroso vedere che tutto il territorio, e la montagna di Erice in particolare, sono continuamente sotto attacco da parte di mani criminali» - dice il comitato Piano Guastella-Martogna che torna a sollecitare “ controlli mirati del territorio nelle zone tipicamente più a rischio, concentrando lo sforzo in concomitanza dei periodi di forte scirocco o di forte vento in genere nel periodo secco».
«Le moderne previsioni meteo – si legge in una nota – consentono un preavviso abbastanza certo del periodo di vento forte per cui, organizzando e allertando forze della protezione civile o tutte quelle che Il Comune riterrà possibili in modo mirato, si possa almeno tentare di contrastare questo progetto di devastazione. Il modo e la logistica sono da valutare, ma sono scelte da attuare rapidamente sin da questa stagione estiva in corso». «In attesa di una progettualità ampia, che in futuro preveda installazione diffusa di apparati di sorveglianza nel territorio in corrispondenza delle zone più sensibili – prosegue la nota -, si può pensare a presidi mobili nelle zone più votate ed usuali da parte di questi ignobili umani che volontariamente appiccano il fuoco alla propria terra”. Infine, la richiesta di “ un tavolo di concertazione con le Autorità competenti: Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Comune di Erice ed eventuali altri organi preposti al controllo incendi del territorio”.