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04/10/2021 06:00:00

"I ragazzi dello stupro di gruppo a Campobello devono essere processati"

 La Procura di Marsala ha chiesto il processo per i quattro giovani arrestati a fine aprile dai carabinieri di Campobello di Mazara con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.


A denunciarli è stata una ragazza di 18 anni, che ha raccontato di essere stata abusata all’interno di una villetta della frazione balneare di Tre Fontane.


E' stata attirata con la scusa di una festa a casa di un conoscente. Una serata di festa che invece sarebbe diventata un incubo per la giovane. I ragazzi sono andati a prenderla in auto alle 18. Arrivati a Tre Fontane, nella casa della festa non c'era in realtà nessuno. Hanno cominciato tutti a bere vodka e birra, fino a ubriacarsi. La situazione era sotto controllo fino alle 21 e 30, quando la vittima è stata informata che in realtà le altre ragazze non sarebbero venute. La ragazza ha chiesto allora di essere riaccompagnata a casa. E' andata al bagno per sistemarsi, al primo piano. Uscendo, ha incontrato davanti la porta uno dei ragazzi, che l'ha portata in camera da letto. Dopo un rapporto sessuale consensuale con uno di loro, quest’ultimo ha invitato gli altri a fare sesso con lei. Contro la sua volontà. Ad abusare della giovane sarebbe stato uno dei ragazzi presenti al festino, mentre gli altri avrebbero assistito.
"Non riuscivo a divincolarmi dalla presa - raccontò lei ai carabinieri il giorno dopo -ed iniziavo a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce".

La ragazza torna a casa, si capisce subito che qualcosa non va. La giovane ha trovato la forza di raccontare tutto ai genitori grazie al fratello, preoccupato per quello che era successo: doveva andare ad una festa, tornando per le 22, perchè c'era il coprifuoco. Ma la ragazza non tornava a casa ed i genitori erano preoccupati.
Quando il fratello si è insospettito, ha chiamato uno dei ragazzi che sospettava fosse con la giovane, ed è stato anche ingannato. Gli hanno detto che erano insieme, ad una festa, mentre in realtà, in quella casa c'erano solo loro. E solo dopo le insistenze del fratello la povera ragazza è stata "restituita" alla famiglia, intorno alle due, con i genitori svegli e preoccupati, perchè era visibilmente sotto shock.

Lo scorso 2 luglio, la ragazza è stata ascoltata in “incidente probatorio” davanti al gip di Marsala Riccardo Alcamo e ha confermato le accuse nei confronti dei ragazzi.


Nell’aula Gip, a porte chiuse, gli avvocati che difendono i quattro arrestati, e in particolare Vito Cimiotta e Giuseppe Pantaleo (gli altri legali sono Massimo Mattozzi e Davide Brillo), hanno cercato di incalzare con diverse domande la ragazza che ha denunciato la violenza sessuale di gruppo. Anche se la giovane, secondo i legali, sarebbe caduta in “diverse contraddizioni tra le prime dichiarazioni rese nel corso delle indagini e quelle di oggi”. Per i difensori, ci sarebbero “punti ancora oscuri che la ragazza non è riuscita a chiarire nemmeno a seguito di contestazioni”.
I quattro arrestati sono i cugini Eros e Francesco Biondo, 23 e 24 anni, di Marsala, attualmente ancora rinchiusi in carcere a Trapani, e Giuseppe Titone e Dario Caltagirone, 20 e 21 anni, di Campobello di Mazara, posti ai domiciliari. Un minorenne, invece, è indagato a piede libero. Pm titolare del procedimento è Marina Filingeri. La prima udienza preliminare davanti al gup di Marsala per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio è stata fissata per il prossimo 4 novembre. I quattro giovani indagati sono accusati “in quanto, a titolo di concorso morale e materiale tra loro, costringevano e inducevano la vittima a subire atti sessuali sia mediante violenza fisica sia abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa”.

E' una vicenda che ha sconvolto tutta la comunità di Campobello di Mazara, che in quei giorni è finita sotto i riflettori delle cronache di tutta Italia. E che ha fatto emergere un substrato sociale degradante.