Domenico Surdi sindaco uscente di Alcamo e ricandidato alle nuove elezioni amministrative. Che campagna elettorale è stata questa, visto che siamo agli sgoccioli e a pochi giorni del voto.
Una campagna elettorale basata sul confronto e sui temi della città, ma una campagna diversa dal solito per via della pandemia che no ha agevolato gli incontri, ma ci sono stati molto importanti, soprattutto per me che c’è da fare un bilancio da fare nei confronti della città. Credo nel confronto anche critico, perché dà una ulteriore carica e sono convinto che la nostra proposta possa passare con un vaglio positivo.
Il turno delle amministrative nel resto d’Italia ha massacrato i Cinque Stelle dove si presentavano. Cosa ci può fare dire che ad Alcamo la storia sarà diversa rispetto a quanto visto a Roma, Bologna, Napoli ecc. ecc.
Io ho fatto il sindaco per cinque anni e sono convinto che il mio primo partito è Alcamo e gli alcamesi. La mia è una proposta, a maggior ragione in questa tornata, che è molto legata al ruolo che il sindaco e gli amministratori locali hanno e per questo ho coinvolto gli amici di Alcamo Bene Comune e quelli della Lista Civica Avanti con Surdi a fianco al M5S che ad Alcamo ha dato sempre segnali di grande riscontro con la città e sono convinto che anche questa volta ci sarà il sostegno dei nostri cittadini. Il paragone con le altre realtà credo regga fino ad un certo punto. Il M5S in questi anni ha lavorato, è chiaro che oggi è messo, così come me, a giudizio ma sono convinto di un grande successo popolare perché sento crescere l’entusiasmo specie in questi ultimi giorni.
Che sensazione le dà essere in colazione con ABC chi ha sfidato cinque anni fa? Cosa è successo in questi cinque anni ad Alcamo?
Ci siamo reincontrati. E’ la naturale evoluzione di un percorso iniziato nel 2012 con una rottura con il passato. Ci ritroviamo come due amici che dopo tanto tempo si trovano, che hanno dei principi e dei valori comuni e su questi ci si è messi a lavorare insieme sul programma. Cinque anni fa la città ha scelto con chiarezza quale sarebbe stato il percorso futuro. Credo molto e voglio lavorare con la parte civica della città, più vicina alle esigenze reali del territorio. E’ vero che stanno ritornando anche i protagonisti della storia politica della città degli ultimi trent’anni. Ed è per questo che il 10 e 11 ottobre la mia città debba fare una scelta tra passato e futuro. Bisogna andare avanti e pensare al futuro.
Molti lettori dicono che tra le prime emergenze di Alcamo c’è l’ospedale. Cosa ci dice a riguardo?
E’ un tema che è ritornato nel dibattito della città negli ultimi mesi. L’ospedale attuale, quello vecchio, nonostante i martellamenti degli anni passati, non ha perso nessun reparto, anzi ne è stato aperto qualcuno, come urologia. Il problema è però quello della mancanza di personale che minaccia un reparto fondamentale come quello di cardiologia. Altro tema è quello dell’ospedale nuovo. Ho sempre avuto grande prudenza nell’affrontare questo argomento. A differenza di qualche anno fa, abbiamo due novità. L’azienda ha ricevuto nelle sue casse il finanziamento di 21 milioni di euro ed è quindi un fatto concreto. Seconda cosa concreta: l’azienda ha conferito l’incarico ad un gruppo di progettisti per la progettazione e la direzione dei lavori del nuovo ospedale, ed è nostro compito di vigilare, affinché non solo l’ospedale attuale venga meno, ma soprattutto il processo che porterà ad Alcamo il nuovo ospedale venga realizzato nei tempi più celeri possibili.