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12/11/2021 08:03:00

Violenze, lesioni, estorsione e non solo: trapanese condannato a nove anni 

 “Soddisfazione” per la sentenza, anche se le ferite inferte dalle sofferenze patite mai potranno essere cancellate col passare del tempo”.

E’ questo il commento espresso del legale di parte civile, Enza Pamela Nastasi, dopo la condanna a 9 anni di carcere inflitta dal Tribunale di Trapani (presidente del collegio Enzo Agate) al 33enne Antonino Novara, accusato maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni personali, violenza privata, estorsione e sostituzione di persona.

Tutti reati che sarebbero stati commessi, tra il 2015 e il 2017, in danno dell’ex compagna (M.E., di 37 anni, di Partanna). L’imputato, condannato pure a risarcire la parte civile, avrebbe anche costretto la compagna, con minacce di morte e pugni, a chiedere l’elemosina nei pressi del Santuario della Madonna di Trapani e poi a consegnargli i soldi, che avrebbe utilizzato per comprarsi la droga. E con calci e pugni alla schiena e alle gambe, l’8 febbraio 2017, costrinse la donna anche ad abbandonare l’abitazione familiare. In precedenza, per tre anni, avrebbe sottoposto M.E. a violenze fisiche e psicologiche nel corso di “frequenti liti”. Comportamenti che sarebbero stati attuati anche in presenza del bambino nato nel 2015. Il processo è stato avviato nel 2019 e un peso determinante, in aula, hanno avuto le dichiarazioni della vittima, che rispondendo alle domande del pubblico ministero (Sara Morri), del presidente Agate e degli avvocati, ha raccontato l’incubo che avrebbe vissuto per circa tre anni. Ad assisterla, come legale di parte civile, è stata, come detto, l’avvocato Enza Pamela Nastasi, rappresentata in aula dal collega Vincenzo Savalla.