“Non ci sarà nessuno sversamento di fanghi contaminati del porto di Trapani vicino alla zona protetta di Monte Cofano e San Vito Lo Capo”.
L’Autorità portuale della Sicilia Occidentale smentisce così l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Mcl (Movimento cristiano lavoratori) Trapani, assieme a Confasal Sicilia e Sicilia Antica: "i fanghi contaminati prelevati dall'escavazione dei fondali del porto di Trapani saranno sversati in mare in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo".
Le tre organizzazioni hanno presentato un atto di diffida all'Autorità portuale della Sicilia Occidentale, agli assessorati regionali competenti e al Ministero della Transizione ecologica.
“Riteniamo – sottolineano nel documento - che sia una decisione molto rischiosa per l'ambiente, per l'habitat, per il delicato ecosistema dell'area, nonchè dannosa per l'economia ittica delle marinerie della zona”.
Il sindaco di San Vito Lo Capo: “No allo sversamento in mare dei fanghi del porto di Trapani”
Un allarme ripreso dal sindaco di San Vito Lo Capo con un fermo “no” alla ipotesi di riversare in un tratto di mare prospiciente la Riserva naturale orientata di Monte Cofano, a circa 2,5 miglia nautiche dalla costa di Custonaci e in prossimità del litorale di San Vito Lo Capo, i fanghi provenienti dall’escavazione dei fondali del porto del capoluogo di provincia.
“Il mare incontaminato di quel tratto di costa è uno scrigno, ricco dal punto di vista ambientale e di specie ittiche che lo popolano, che va tutelato da qualsiasi elemento estraneo e potenzialmente inquinante che possa turbare l’ ecosistema marino e rischiare di deturparne le acque cristalline- afferma il sindaco Giuseppe Peraino-. L’ipotesi di riversare in mare circa 415 mila metri cubi di fanghi costituirebbe un rischio ambientale ed anche economico. Basti pensare a coloro che vivono di pesca, ma anche in termini di danno di immagine ai fini turistici, se consideriamo i tanti visitatori che apprezzano proprio quel tratto costiero per la sua bellezza selvaggia e la limpidezza del suo mare. Lo sversamento dei fanghi in mare- conclude il sindaco- non può essere la soluzione al problema del loro smaltimento”.
Lo Curto: “Preoccupata per lo sversamento dei fanghi”
“Condivido l’allarme del sindaco di San Vito Lo Capo sul possibile sversamento di fanghi escavati dal porto di Trapani nell’area costiera di Custonaci. La riserva naturale orientata di Monte Cofano non si tocca! E’ impensabile che oltre 400 mila metri cubi di fanghi possano contaminare il mare di un’area conosciuta per la sua bellezza, sarebbe un danno incalcolabile sia per l’ambiente sia per il turismo. Mi attiverò immediatamente per richiedere un’audizione in Commissione Ambiente dell’Ars con tutti i soggetti interessati, a partire dall’Autorità portuale di sistema della Sicilia, per scongiurare questa eventualità. Lo smaltimento dei fanghi dovrà essere compiuto con canoni diversi e senza pregiudicare l’ecosistema marino dell’area protetta. Vanno individuate modalità diverse che garantiscano sia l’ambiente che le specie ittiche che caratterizzano la costa di Custonaci. Sono al fianco del sindaco di San Vito Lo Capo Giuseppe Peraino in questa battaglia senza se e senza ma”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana e componente della Commissione Ambiente.
La smentita dell’Autorità portuale
“È il momento fare chiarezza, una volta per tutte, su un argomento importante che vale il futuro del porto di Trapani", è il commento del presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti. "Basta notizie false, basta bugie, dobbiamo rappresentare la verità dei fatti per rispondere ad attacchi che si susseguono e che a noi, soliti ragionare in assoluta buona fede, appaiono strumentali. L’ultima nota pubblicata dalla stampa riporta sciocchezze facilmente oppugnabili; inoltre, come amministrazione, siamo stati sempre trasparenti e disponibili al dialogo con chiunque e in ogni frangente, sempre pronti e attenti a rispondere a qualunque domanda. A patto, ovviamente, che ci venga posta. Invece, come in questo caso, le associazioni in questione hanno pensato bene di diffondere un messaggio senza prima informarsi e senza chiedere un confronto per accertare che le tesi dichiarate corrispondessero alla realtà dei fatti. Questo per me non è rendere un servizio alla comunità ma è fare terrorismo comunicativo. Vuol dire insinuare nella città e nei territori limitrofi – tutti luoghi che si nutrono di turismo – sospetti attorno a pseudo notizie totalmente false che possono sollevare reazioni e malcontento se non si rimette in primo piano la verità. Dopo tutto il lavoro svolto in questi anni per riqualificare i nostri porti, mai commetteremmo errori tanto insensati. La nostra storia e il nostro operato parlano per noi”.
Questa, invece, la nota tecnica degli uffici tecnici e legali dell’AdSP
Il progetto in questione concretizza la bonifica degli attuali fondali, oggi inquinati, nel rispetto di tutte le vigenti norme. È, dunque, falsa l’affermazione che verranno sversati rifiuti contaminati in mare, in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo: si prevede, ai sensi di legge, lo sversamento in mare dei soli sedimenti non contaminati, e cioè di quei sedimenti che costituiscono risorse del mare e che debbono appartenere al mare, in quanto hanno caratteristiche fisico-chimiche idonee a tale scopo. Da evidenziare, inoltre, che la scelta del sito di sversamento è stata fatta sulla base di una rigida procedura di valutazione e confronto che ha visto coinvolti professionisti e specialisti in materia e l’Università Kore, che ha individuato l’area in oggetto sulla base di approfonditi studi condotti, passando da uno specifico studio idraulico marittimo alla caratterizzazione del sito di immersione da parte di una società specializzata. L’individuazione del sito è stata validata dall’analisi di tutte le possibili soluzioni alternative che si sono rivelate peggiori del sito prescelto che ha tutte le caratteristiche di idoneità per gli scopi del progetto. È stato anche predisposto un Piano di Monitoraggio Ambientale da una società incaricata, all’interno del quale è stata prevista una sezione per il controllo degli impatti delle attività di immersione dei sedimenti sulle specie ittiche presenti. Gli studi approfonditi eseguiti e i pareri resi dalle istituzioni competenti in materia ambientale e della pesca escludono qualunque rischio per l’ambiente, gli habitat e l’ecosistema, nonché per l’economia delle marinerie della zona. Altrettanto non vera è la seconda affermazione, quella secondo cui l’Autorità di Sistema Portuale, dopo avere eseguito un’analisi di mercato sulle discariche, per risparmiare denaro, abbia scartato tale soluzione per un’altra eterea non meglio individuata. Invece, a seguito di prove sperimentali, eseguite sugli attuali sedimenti inquinati del porto, è stato individuato il trattamento idoneo a separare la parte inquinata dalla matrice sedimentologica, prevendo la destinazione degli elementi inquinati nelle discariche autorizzate e il riutilizzo (come VUOLE la legge) del sedimento depurato. Priva di fondamento l’affermazione che detta previsione sia fatta per economia di previsioni, considerato che tale processo, di fatto, realizza solo un beneficio in termini ambientali (recupero risorsa del mare + minore intasamento delle discariche + minori trasporti). In conclusione, viene spontanea una considerazione: essendo stata l'AdSP sempre molto aperta alla condivisione, non si comprende perché le associazioni firmatarie del documento abbiano fatto ricorso alla stampa - mossa emotivamente più d'impatto - evitando un democratico confronto. Ci auguriamo che tale comportamento non serva a cercare di far lavorare, anche dove non si dovrebbe, le discariche. Se così fosse, sarebbe molto grave. In ogni caso, visto il tono della nota, saremo noi, attraverso il nostro ufficio legale, a valutare una eventuale azione giudiziaria per diffusione di notizie false a mezzo stampa, procurato allarme e danno di immagine, riservandoci sin da ora la facoltà di richiedere il risarcimento dei danni subiti.
LOMBARDO. “Appare assurda l'ipotesi che i fanghi derivanti dall’escavazione dei fondali del porto di Trapani possano essere depositati tratto di mare in prossimità del litorale di San Vito Lo Capo, esattamente davanti alla Riserva naturale orientata di Monte Cofano. Ho appena presentato un'interrogazione al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Queste zone devono essere valorizzate con la creazione di nuove aree marine protette, non certo penalizzate sversando fanghi inquinanti”. A dichiararlo è il deputato nazionale del gruppo Facciamo Eco Antonio Lombardo a proposito dell'ipotesi di sversamenti dei fanghi e materiali di risulta derivanti dall’escavazione e dragaggio del porto del capoluogo trapanese in un tratto di mare prospiciente il golfo di San Vito Lo Capo. “Il sito in questione - spiega Lombardo - è un SIC marino, ovvero un sito di interesse comunitario tutelato da una Direttiva UE. Sempre la stessa area ricade, inoltre, nel territorio del Promontorio Monte Cofano - Golfo di Custonaci, area marina protetta inserita nell'elenco delle aree marine di reperimento ex art. 36 L. 394/1991. Non servono molte parole per comprendere che un'operazione di questo tipo avrebbe un impatto ambientale fortemente negativo sulle popolazioni ittiche presenti nonché conseguenze economiche disastrose sull'intera area che vive soprattutto di turismo, grazie agli incantevoli luoghi che invito tutti a visitare. La possibilità che possa essere eseguito un intervento del genere è gravissima, quindi il ministro Cingolani intervenga immediatamente” - conclude Lombardo.