Quousque tandem abutere, Cancelleri, patientia nostra? Fino a quando abuserai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora pensi di beffarti di noi? Et cetera, et cetera. Perdonate la traduzione e il furto a Cicerone, ma il senso è chiaro, spero, a proposito dell'inaugurazione della Frecciabianca in Sicilia. Almeno risparmiateci il taglio del nastro in pompa magna, dal momento che avete solo cambiato gli orari di partenza e arrivo! Sto già immaginando il gaudio dei siciliani che finalmente potranno vedere sfrecciare un treno a 75 km orari (sic!), perché più di tanto non può fare sui binari vetusti della rete ferroviaria siciliana. Eppure quel treno potrebbe raggiungere i 200 km orari: quando si dice che al danno si aggiunge la beffa. Ma a pensarci bene a noi siciliani sta bene così, noi non abbiamo tutta sta fretta, non siamo mica milanesi noi. Che premura abbiamo? Dove dobbiamo andare? Il futuro non ci aspetta, e forse qualcuno pensa che non ci spetti. Noi siamo un po' messicani, facciamo le cose con calma, ci crogioliamo nella lentezza storica, perché la storia noi l'abbiamo già fatta e ora tocca agli altri.
A pensarci bene, noi i treni veloci non li vogliamo proprio perché così possiamo goderci qualche ora in più il nostro paesaggio quando siamo costretti a partire verso il ricco Nord in cerca di lavoro. Abbiamo più tempo per salutare il mare quando dobbiamo andare a curarci negli ospedali efficienti della penisola.
Lasciateci con le nostre littorine, i treni veloci comprateli per voi anche con i nostri soldi, così si fa con le colonie.
A un certo punto della storia, c'è stato il corto circuito, la parte più ricca e virtuosa d'Italia è diventato il caso meridionale: miseria, degrado e ignoranza sostituiscono ricchezza e cultura. Per molto tempo la storia ha preferito non occuparsene dando per scontato che così fosse sempre stato, ma le tracce sono rimaste sugli annali e se non li cerca uno storico ci pensa un giornalista, un curioso...
La politica si occupa d'altro, si sa, fa le cose per il bene del Paese tutto, il sottosegretario ai trasporti, Giancarlo Cancelleri, si è voluto fare carico di questo problema delle infrastrutture al Sud, d'altra parte è anche lui un terrone, ma si sposta veloce perché preferisce fare politica anziché il geometra.
Consigli per la lettura: Terroni e Carnefici di Pino Aprile
Katia Regina