A Catania Nello Musumeci non perde tempo e fa un passo avanti: è il candidato presidente per le regionali del 2022.
Fare sintesi è la cosa migliore, sostiene chi è vicino al presidente, compattare l’area di tutto il centrodestra dovrà essere il lavoro di questi mesi.
Musumeci lo dice già da molto tempo: desidera portare avanti quanto fatto negli ultimi 5 anni, a frenarlo finora, però, sono stati i suoi stessi alleati.
Da Forza Italia alla Lega, da Fratelli d’Italia all’Udc, i vari leader indicavano la strada della cautela e dell’attesa. Gianfranco Miccichè chiedeva di attendere, di aspettare che la condivisione della candidatura partisse direttamente da un tavolo di coalizione.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni politicamente vivono il rapporto con Musumeci a fase alterne, il presidente non si è mai federato con nessuno dei due partiti pur essendo vicino ai leader nazionali.
Si sono riuniti a Catania i dirigenti di Diventerà Bellissima, il movimento che Musumeci ha creato a sua immagine e somiglianza, con fedelissimi in ogni provincia, ancora debole per poter pensare di avere liste competitive.
È il delfino Ruggero Razza che appoggia la ricandidatura, che indica "l’ottimo" percorso fatto finora, la capacità di avere affrontato, dice, la fase drammatica della pandemia, una emergenza sanitaria che non ha trovato pronti la sanità siciliana, questo Razza dimentica di dirlo.
Fibrillazione in tutti i partiti, Forza Italia non ha un unico pensiero, da una parte c’è chi, come Gaetano Armao e Marco Falcone sono pro Musumeci a prescindere, e poi c’è l’area attendista capitanata da Miccichè, che vuole tornare a fare il presidente dell’Ars.
Musumeci ha perimetrato la sua candidatura, adesso c’è da capire chi si lancerà immediatamente nell’appoggiare la corsa bis dell’uscente governatore.
Spazio alla coalizione, i telefoni dei politici sono impazzati, le chat infuocate, le riunioni partiranno già da lunedì.