Questa mattina il gip del Tribunale di Marsala dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione presentata dalla procura sulle nuove indagini relative alla scomparsa di Denise Pipitone avvenuta a Mazara del Vallo il 1° settembre, in cui sono coinvolti Anna Corona e Giuseppe della Chiave.
La richiesta di archiviazione riguarda anche la coppia romana Giulia Allegrini e Paolo Erba, accusati di falsa testimonianza al giudice. La testimonianza rivelatasi completamente falsa, per ammissione stessa della testimone, è alla base della stessa richiesta di archiviazione
Riapertura delle indagini - Le indagini sono state riaperte la scorsa primavera dopo il clamore mediatico dovuto alla vicenda di Olesya, la ragazza russa protagonista di un talk show televisivo, che per parecchio tempo è entrata nella dolorosa vicenda della scomparsa di Denise. Nel mirino degli inquirenti sono finiti Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, sorella-stra della piccola scomparsa, processata e assolta in tutti i gradi di giudizio dall’accusa di concorso in sequestro di minore, e Giuseppe Della Chiave, nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto che aveva raccontato di averlo visto con Denise su uno scooter il giorno della scomparsa.
L'intercettazione choc di Anna Corona - Tra le novità, prima dell’udienza di oggi, le intercettazioni choc di Anna Corona, che potrebbero essere decisive sulla chiusura o meno delle indagini. La donna intercettata il 25 maggio scorso, dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, dice alla figlia Alice: “Lo vuoi sapere cu fu tanno? Io cu Giuseppe”.
Nella conversazione con la figlia minore, Anna Corona ricostruisce i movimenti di quel primo settembre 2004, ed emergerebbero fatti che non erano emersi prima o che emergono in maniera differente.
La conversazione tra la Corona e la figlia è molto nitida fino ad un certo punto, poi però si sente meno, probabilmente perché la Corona copre il telefonino, che è l’apparato intercettatore. L’intercettazione completa è questa:
Corona: Lo vuoi sapere cu fu tanno?
Alice: Ti sento.
Corona: Lo vuoi sapere? Io cu Giuseppe (abbassando sensibilmente il tono della voce).
Alice: ah…. tu…. (incomprensibile)….
Corona: Alice non devi fare però … altrimenti poi con te non ci parlo più… se gli ha detto Sbacchi a Jesi (diminutivo di Jessica)… gli ho detto: “Ma lei pensa che ci stanno… inc…. confer-ma…. Dice Si sennò non ci sarebbe tutto questo… inc che finisce…” Hai capito?
Alice: …. Inc
Anna Corona, riguardo ai movimenti del primo settembre 2004, dice alla figlia Alice un fatto che quest’ultima sconosceva e sembra essere una vera confessione sul proprio coinvolgimento nel rapimento di Denise. La Corona parla di un certo “Giuseppe”, persona con cui avrebbe collaborato ma che non è stato individuato.
In un’altra intercettazione Anna Corona colloquia con la madre Antonietta Lo Cicero, la quale rivolgendosi alla figlia dice: “Puru iddru a pigghiao”, riferendosi a Gaspare Ghaleb, ex fidanzato della figlia di Anna Corona, Jessica Pulizzi.
Ed ancora in un’altra intercettazione sempre tra la Corona e la madre, le due fanno rifrimento a un "vecchio innominabile". Corona: “Quello che io cerco è la verità. Quando ti dico non lo nominare non lo devi nominare, innominabile deve essere, non devono andare da lui”. E poi nella stessa chiamata si parla del rapimento e si fa il nome di certo Luigi e si afferma: "Lui ce l'ha portata".
Oggi sapremo se e come continuerà la vicenda giudiziaria sul caso Denise. La mamma Piera Maggio e il padre Piero Pulizzi che hanno ribadito il loro no all'archiviazione continueranno comunque a cercare la loro figlia che il mese scorso ha compiuto 21 anni.
Intanto è stato archiviato "per insussistenza di condotte di rilievo deontologico" il procedimento del consiglio di disciplina dell'Ordine di Caltanissetta nei confronti dell'avvocato Giacomo Frazzitta, legale della mamma di Denise Pipitone, la bimba rapita il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo.
Il procedimento era stato avviato su segnalazione dell'Anm, dopo che il legale, nel corso di una conversazione telefonica con una testimone, poi rivelatasi mendace, aveva affermato tra l'altro: "Sono puerili! Perché i magistrati fanno schifo cara signora".
I magistrati fanno schifo in Italia lo dobbiamo dire e sta succedendo anche nel caso Denise. Se ne stanno andando ad indagare la collega.
Quale è l'urgenza?". Il consiglio rileva che l'avvocato Frazzitta era stato contattato già diverso tempo prima dalla testimone e dal marito, che si dicevano essere a conoscenza di elementi utili per le indagini sulla scomparsa della piccola Denise, e che il penalista il aveva immediatamente indirizzati all'autorità giudiziaria per valutare la loro attendibilità.
"Il legale che venga nuovamente contattato dalla possibile fonte testimoniale da cui, in precedenza, era già stato - addirittura per primo- contattato - scrive il consiglio - non ha motivo per astenersi dal colloquio con quella fonte che peraltro lui stesso aveva indirizzato all'autorità giudiziaria, fermo ovviamente il divieto di suggestionarla in qualsivoglia modo.
L'avv. Frazzitta non ha quindi violato alcuna norma deontologica nel momento in cui, dopo essere stato chiamato al telefono dalla teste , si sia con questa intrattenuto nè ha "forzato" o "suggestionato" la volontà dell'interlocutore verso questa o quella deposizione". Riguardo poi all'espressione di pesante critica riferita alla magistratura italiana ("fa schifo") il consiglio rileva che "l'unico limite alla libertà di espressione, di manifestazione del pensiero, è quello della lesione al bene giuridico della altrui reputazione che non può certo essere arrecata attraverso una comunicazione verbale, ed assolutamente riservata".
"Se si dovesse scivolare sulla pericolosa china di considerare illecita, anche solo di natura deontologica, l'espressione del proprio pensiero, qualunque esso sia, manifestata, in modo assolutamente privato, ad un solo interlocutore, - conclude il consiglio - il passo verso la repressione del 'pensiero' di per se stesso, rimarrebbe persino agevole. E' una deriva da cui bisogna rimanere lontani".
"Oggi vado davanti al Gip a dare voce e rappresentare la Figlia di tutti gli Italiani, Denise Pipitone, certamente più sereno".
Così l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale della mamma della bimba rapita a Mazara del Vallo il primo settembre del 2004, commenta l'archiviazione del procedimento disciplinare nei suoi confronti in relazione alla conversazione con una testimone intercettata dagli inquirenti.
Il procedimento, avviato dal consiglio di disciplina dell'Ordine, ha accertato l'insussistenza di violazioni deontologiche da parte del penalista.
"Rimane il rammarico - osserva l'avv. Frazzitta - di essere stato ingiustamente attaccato dall'Anm distrettuale di Palermo e di aver subìto la gogna mediatica e il "fuoco amico", poiché rammento a tutti che siamo parti di un delicato sistema che ha il compito specifico di dare risposte ai cittadini e di non creare polveroni facendo esondare conversazioni private di avvocati o magistrati che possono mettere a repentaglio la loro incolumità".