Claudio Fava, parlamentare all'Ars e presidente della commissione regionale antimafia, ha annunciato la sua candidatura alla presidenza della Regione per le prossime elezioni in programma nel novembre del 2022.
Il leader della lista elettorale Cento Passi per la Sicilia, dunque ci riprova: alle regionali del 2017, a capo di una coalizione di partiti e movimenti di sinistra, Fava raccolse poco più del 6% delle preferenze, con la propria lista che superò lo sbarramento del 5% acquisendo così un seggio a Palazzo dei Normanni, andato proprio allo stesso Fava.
"Cinque anni fa l'esito è stato soddisfacente, ma adesso è il momento di vincere. Immagino di guidare uno schieramento assai più ampio rispetto a quello del 2017. Mi auguro di essere il candidato di tutto il centrosinistra e delle esperienze di civismo positivo. Occorre assumersi anche la responsabilità di una candidatura competitiva e non di testimonianza. E' ora di un cambio di passo determinante per la storia di questa Terra. Questi quattro anni abbondanti di governo della destra sono stati disastrosi" racconta alla redazione di Tp24.
Fava aggiunge che non è da escludersi a priori un alleanza "giallo-rossa", sulla scorta di quanto si sta tentando a livello nazionale.
Sul tema di eventuali altri candidature che possono emergere dal "campo progressista", il leader dei Cento Passi per la Sicilia dichiara: "esiste uno strumento di democrazia diretta, che è quello delle primarie".
Per quanto riguarda le indecisioni all'interno del centrodestra sul candidato, Fava chiusa "vorrei che Musumeci si presentasse nuovamente al giudizio dei siciliani. E' stato uno tra i peggiori governi della storia della Sicilia, lo si faccia giudicare agli elettori. Sono stati quattro anni di piccoli e grandi macerie".
In ultimo, una battuta sull'antimafia: "Dobbiamo ripensare e ricostruire l'idea e l'immagine dell'antimafia. Non può essere una liturgia, un brand nel quale costruire carriere e impunità. Il contrasto alla mafia deve essere sobrio e utile. Mi ha fatto piacere che un mio avversario politico, quale è il presidente Miccichè, abbia riconosciuto il buon lavoro della commissione antimafia dell'Ars. Dal punto di vista istituzionale, abbiamo lavorato bene insieme in questi anni".