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03/01/2022 07:00:00

Assolti al processo per maltrattamenti al canile di Marsala. Il Comune paga le spese legali

 Ha un costo per le casse del Comune di Marsala l’assoluzione di due dipendenti in servizio al canile di Ponte Fiumarella processati qualche anno fa per concorso in maltrattamenti e uccisione di animale. Essendo stati assolti, infatti, per una vicenda svoltasi nel contesto della loro attività lavorativa alle dipendenze del Comune, tocca a quest’ultimo pagare le spese legali, che nella delibera (n. 272) approvata dalla giunta del sindaco Grillo l’ultimo giorno dell’anno appena trascorso sono state quantificate 2.126,97 euro.

Il legale che ha difeso i due dipendenti comunali (Vito La Grutta e Giuseppe Romeo) è l’avvocato Antonino Rallo. L’assoluzione, sentenziata il 3 marzo 2020 dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Giorgio Lo Verde, ha visto scagionata anche la veterinaria salemitana Maria Rosa Argentieri, all’epoca dei fatti (fine gennaio 2017) responsabile del servizio sanitario del canile municipale di Marsala. Era accaduto che la dirigente della scuola “Mario Nuccio” aveva telefonato al canile segnalando che davanti la scuola c’era un cane che stava male.

Vengono, quindi, inviati sul posto due operatori (La Grutta e Romeo) che prendono l’animale e lo portano al canile, dove la veterinaria visita la bestiola e si accorge che non solo ha compromessi alcuni organi interni, ma ha anche la “leishmaniosi”. E quindi rischia di infettare tutti gli altri cani e persino le persone. Per questo motivo, ne decide la soppressione. L’eutanasia viene fatta con una fiala di “Tanax”. Ma sulla base di una “fonte confidenziale”, viene avviata un’inchiesta che conduce sotto processo sia la Argentieri che i due operatori del canile ai quali fu ordinato di andare a prendere l’animale. Al termine del processo, accogliendo le richieste dei loro difensori, gli avvocati Calogera Falco e Antonino Rallo, il giudice Lo Verde ha assolto tutti con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Eppure, hanno sottolineato i due difensori nelle loro arringhe, “l’operazione è stata addirittura denominata canile lager”. L’avvocato Falco, legale della veterinaria, parlò anche di “macchina del fango” avviata contro il canile di Marsala, “per il quale, però – aggiunse – i carabinieri del Nas hanno poi detto che era tutto regolare”. L’avvocato Rallo disse che per La Grutta e Romeo il processo non doveva neppure celebrarsi. “Hanno soltanto eseguito l’ordine di prendere il cane davanti la scuola Mario Nuccio e portarlo al canile – affermò il legale – Non potevano certo essere accusati di concorso in maltrattamento e uccisione di animale. Non era compito loro decidere se il cane andava soppresso oppure no”. All’epoca, sui social e sul web, dissero gli avvocati Rallo e Falco dopo l’assoluzione, “la notizia fece parecchio scalpore. Il canile municipale di Marsala fu al centro di accuse ingiuste e polemiche. E invece non è stata commessa alcuna irregolarità”.