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06/01/2022 08:20:00

PD, 14 anni di faide. Anche a Marsala...

La faida.
Il termine viene utilizzato frequentemente, soprattutto in politica, e indica nell'immaginario collettivo un conflitto senza armi. Poi l'etimologia viene in soccorso e si apprende che nell’antico alto tedesco "fÄ“hida", è derivazione di fÄ“h "nemico". Nell’antico diritto germanico, lo stato di inimicizia e di guerra privata coinvolgeva tutta la parentela di chi avesse subìto un torto o un’offesa e tutta la parentela di chi ne fosse ritenuto responsabile. Cessava solo quando il torto, a giudizio dei parenti dell’offeso, fosse pienamente vendicato.

In senso figurato, il significato più comune, indica vendette private tra partiti politici o in genere tra parti avverse che lottano per la conquista del potere. A pieno titolo può essere utilizzato per ciò che accade nel PD. A livello nazionale è così fin dalla sua nascita nell'ottobre del 2007, il tutto venduto come normale confronto e dialettica democratica. Il partito ha avuto sette segretari e due reggenti. Troppi.

Non si pensa a Berlinguer, nel PCI: 12 anni fino alla morte, o il suo predecessore Longo (8 anni). Finanche il suo successore, l'anonimo e modesto Natta durò di più (4 anni). Necessita rammentare che il partito nacque da una fusione a freddo tra l'ex PCI e l'ex DC, e in questi anni non si sono confrontati Moro e il sardo, ma Renzi e Martina...

Il PD di Marsala poteva esimersi dalle lotte intestine? Ovviamente no. Nel 2015, dopo avere superato nelle primarie Annamaria Angileri, il segretario d'allora Alberto Di Girolamo fu eletto sindaco. Fu eletta segretaria comunale per acclamazione - era l'unica candidata - Antonella Milazzo. Dopo 16 mesi le dimissioni, dopo che invano aveva chiesto il ritiro dei propri assessori dalla giunta comunale. La parentesi del commissario straordinario, il sindaco di Salemi Venuti, l'avvento della Mezzapelle, e poi ancora la disfatta elettorale dell'ottobre 2020, nessun eletto in consiglio comunale. E poi il deferimento dei dissidenti terminato con un richiamo, la creazione - da statuto - di un circolo online (il "Nilde Iotti", con portavoce Linda Licari), le dimissioni di R.Mezzapelle.

Nessun umorismo. E' solo lo specchio dell'assenza locale dall'opposizione all'amministrazione attuale, demandata a tre sopravvissuti a Sala delle Lapidi dal "massacro del 2020".

Intanto Grillo gongola e la faida continua.

Vittorio Alfieri