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11/01/2022 07:26:00

Processo Angioni a Marsala: respinta la richiesta di improcedibilità 

Nel processo all’ex pm Maria Angioni, accusata di false informazioni al pm, la difesa ha provato a stoppare sul nascere il dibattimento, ma non è riuscita nel suo intento.

Il giudice monocratico del Tribunale di Marsala Giusi Montericcio ha, infatti, rigettato l’eccezione sollevata dall’avvocato Stefano Pellegrino, secondo il quale sarebbe “nullo il decreto che dispone il giudizio, perché confezionato prima che il procedimento madre, nel quale era stata ascoltata la Angioni, venisse definito”. Ma il pm Roberto Piscitello, che sostiene l’accusa insieme alla collega Giuliana Rana, ha replicato che “non c’è procedimento madre”, perché “si tratta di due procedimenti distinti”, definendo l’eccezione “incomprensibile, infondata in fatto e in diritto”. Il pm ha, inoltre, stigmatizzato “l'idea che questo processo tutto debba riguardare meno che le false dichiarazioni dell’imputata”, riferendosi ad alcune interviste rilasciate dalla Angioni al termine della prima udienza (23 dicembre scorso). E dopo una breve camera di consiglio, il giudice Montericcio ha dato ragione all’accusa, respingendo l’eccezione difensiva.

Si è passati, quindi, all’ammissione delle prove. Accolte quelle dell’accusa, per quanto riguarda, invece, le deposizioni della difesa il giudice si è riservato di decidere alla prossima udienza (28 gennaio) sui 14 testi che si intende citare. Tre sono gli episodi che l’accusa contesta, bollandoli come “false” dichiarazioni, a Maria Angioni nel racconto che lo scorso anno fece ai pm di Marsala su alcune fasi relative alle prime indagini sul sequestro della bambina mazarese, sparita l’1 settembre. La Angioni parlò di depistaggi. Ma la Procura ha disposto accertamenti dai quali non sono emersi riscontri. Per l’avvocato difensore Stefano Pellegrino, però, si tratta soltanto di “cattivi ricordi” dovuto al fatto che ormai sono trascorsi “quasi vent’anni”. L’accusa, intanto, ha chiesto l’anticipazione dell’esame della Angioni. Si tratta di un’inversione dell’ordine di assunzione delle prove - secondo il codice prima dell’interrogatorio dell’imputato vanno sentiti i testi della Procura - finalizzata a consentire alla Angioni di rivedere le dichiarazioni che le hanno comportato l’accusa di false informazioni al pubblico ministero. La legge da all’indagato la possibilità di tornare sui suoi passi fino alla sentenza. Qualora l’ex pm ritrattasse, l’accusa potrebbe chiederne il proscioglimento.