Azzeramento della giunta regionale rinviato, tanto rumore per nulla.
Alla stessa maniera con cui i deputati di maggioranza hanno lanciato un avvertimento politico a Nello Musumeci, facendolo arrivare terzo, dietro al capogruppo dei Cinque Stelle Nuccio Di Paola, tra i tre grandi elettori che voteranno il Capo dello Stato, così Musumeci ha sparato la bomba dell’azzeramento di tutti gli assessori per poi fare marcia indietro.
Al momento stop, dunque, a tutte le manovre fino a quando non si approverà l’esercizio provvisorio. Un sipario che non si chiude, che continua e che però mette in scena una delle più tragiche commedie siciliane.
Il governatore nel video lanciato sui social, mercoledì sera, ha utilizzato un tono perentorio e un linguaggio chiaro, non insinuava alcun dubbio ma con fermezza sosteneva che tra gli onorevoli di maggioranza ci sono 7 o 8 franchi tiratori, che hanno impallinato il presidente perché non hanno avuto le richieste soddisfatte, poltrone di sottogoverno.
Ed è braccio di ferro, il corpo a corpo è tra Musumeci e Gianfranco Miccichè, il coordinatore di Forza Italia in Sicilia accusa il presidente di mancata condivisione, di decisioni assunte in solitudine e dulcis in fundo di una sanità gestita malissimo.
Le parole che il presidente Musumeci ha utilizzato sono pesanti: “Hanno pensato di compiere nei miei confronti quello che in gergo giudiziario si dice atto di intimidazione. Si tratta di una sorta di resa dei conti”. Li taccia come vili ed eversori, scappati di casa capaci di fare delle richieste irricevibili.
E non sono passate inosservate le accuse lanciate ai deputati, di cui però non sono stati fatti i nomi ma potrebbero essere individuati tra i leghisti e i forzisti, il deputato azzurro Michele Mancuso si dice sconcertato dalle parole utilizzate: “Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando - in parte - la Giunta. L'unico modo per scongiurare l'inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”.
Anche Danilo Lo Giudice, deputato di Sicilia Vera, parla di “Parole offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni”.
Per Nuccio Di Paola il mancato azzeramento della giunta era prevedibile: "Un presidente di parola, non c'è che dire: prima annuncia le dimissioni, poi l'azzeramento immediato della giunta, ma alla fine non fa nulla. E in questo, comunque, c'è da riconoscerglielo, mostra grande coerenza, visto che durante tutta la legislatura, ha fatto poco o nulla per la Sicilia, rimangiandosi gran parte delle promesse fatte in campagna elettorale. La decisione di posticipare l'azzeramento della giunta, che poi probabilmente sarà un rimpasto - dice Di Paola- non fa altro che confermare che Musumeci è succube di quei partiti che lo hanno umiliato in aula e che da tempo ormai lo hanno abbandonato”.
E anche per Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, da Musumeci c’è un teatrino di minacce e dietrofront: "Musumeci ha davvero dimostrato di aver perso lucidità... e pensare che appena pochi giorni fa aveva convocato una conferenza stampa per dire che il centrodestra era unito, non solo sulla carta. In un momento come quello che stiamo attraversando con una Sicilia senza bilancio, che proprio per colpa delle scelte sbagliate del governo regionale vede la zona arancione alle porte, con le scuole e gli ospedali nel caos, per Musumeci ed il centrodestra la priorità è litigare per le poltrone in giunta”.