Domenico Venuti, sindaco di Salemi, segretario del Pd in provincia di Trapani, cominciamo dalle cose nazionali. Perchè dopo l'elezione del Capo dello Stato si apre una discussione interna a tutti i partiti. C'è chi dice che moriremo tutti democristiani. Soprattutto i 5 Stelle, che sono ormai vostri alleati in molte circostanze.
Potrebbe non esserci niente di male. Nessuno impone di assumere posizioni. Di Maio si è spostato verso posizioni di responsabilità che una forza di governo deve sempre avere, a prescindere dalla matrice, un atteggiamento maturo di un dirigente politico che ha compreso la difficoltà del momento e ha evitato una deriva populista anche nell'elezione del Presidente della Republica, mi riferisco ai nomi vomitati dal leader della Lega e ripresi a tratti da Conte. Di Maio ha dato una lezione di senso delle istituzioni, poi che sia democristiano, socialista o altro non mi importa. Però è bene pensare di formare un fronte che metta insieme tutte quelle forze che di questo stile di fare politica vogliano farne uno strumento e un obiettivo vero, isolando tutti quegli estremismi, a partire dal sovranista populista. E' il momento di fare un fronte che metta al centro la politica della serietà.
E' da giorni che si legge di questo nuovo fronte, un nuovo centro. Ma come possono stare tutti insieme quando contro Di Maio si è detto di tutto, e lo stesso Di Maio ha detto di tutto? Poi come lo si spiega all'elettorato?
Bisogna trovare i presupposti su cui parlare. Se la responsabilità è uno di questi, se l'idea di Paese è europeista, con determinati principi a prescindere alle appartenenze, potrebbe essere un punto di partenza su cui lavorare. Questa legislatura parte dalla scatoletta di tonno che doveva essere aperta e dall'1 vale 1. Se si cambia idea in corso d'opera non è detto che non ci si possa incontrare. Ma non tutti possono stare con tutti, è il momento di creare un tavolo che discuta anche di legge elettorale. Io sono per il proporzionale, ma lo dico da tempo, non solo adesso che va di moda. Una repubblica parlamentare ha bisogno del proporzionale altrimenti il Parlamento viene spogliato delle sue funzioni. La stabilità del paese dipende da come viene scelta la classe dirigente. Per questo dico che bisogna tornare a parlare e bisogna tornare alla politica, altrimenti si continua a scivolare verso il baratro.
Lei lascerebbe il Pd per andare verso una nuova formazione allargata?
No, il Pd deve essere il punto di riferimento da cui partire.
Ma voi siete complicati dentro il Pd.
E' vero. Ma tutte le cose complicate sono le più belle. Noi stiamo facendo un percorso complicato per arrivare ad essere punto di riferimento di questo percorso.Credo che siamo stati coraggiosi in queste settimane. La linea di Enrico Letta, la tenuta rispetto alle bordate che arrivavano, la serietà che abbiamo tenuto hanno fatto la differenza, in asse con Renzi, con Di Maio. Sta emergendo una uniformità di approccio che va coltivata. Io da segretario provinciale voglio lavorare affinchè questo percorso arrivi anche sui territori. Noi abbiamo le elezioni regionali alle porte, e in un quadro del genere alle regionali con la spaccatura del centrodestra e una ricomposizione dell'area moderata fa la differenza. Noi dobbiamo essere protagonisti.
E' ancora isolato dentro il Pd?
Non mi sembra. Io porto avanti le mie idee, anche scomode. Dopo un primo momento di grande caos oggi il Pd ha una nuova linfa, un nuovo entusiasmo. Ci siamo seduti attorno a un tavolo anteponendo gli obiettivi del partito alle legittime aspirazioni personali e le diverse idee che ciascuno porta, che però sono di arricchimento e devono trovare una camera di compensazione per farci uscire più forti. Questo metodo bisogna applicarlo al Pd e si dovrà utilizzare per un nuovo quadro politico per dare linfa nel Paese.
Ha creato una sua area nel Pd, l'area Venuti?
Assolutamente no. Non c'è bisogno perchè c'è stata una convergenza delle aree, di cui io sono la sintesi.
E' candidato alle regionali?
Non al momento. Il frutto di questo percorso che stiamo facendo è quello di arrivare ad un coinvolgimento di tutti gli attori del Pd, con responsabilità di tutti, a partire da me. Si sta lavorando con un nuovo spirito per trovare una quadratura che possa tenere conto dei territori e delle aree politiche, e quindi una rappresentanza che sia non solo degna politicamente ma che possa dare un contributo importante al progetto politico che si farà insieme ad altri a livello regionale. Dipende anche da questo la formazione delle liste.
Dario Safina, assessore a Trapani, è pronto a candidarsi.
La sua disponibilità la valuto con grande favore, è un atto di generosità, accolta con distensione nel partito. Conto di lavorare ad una lista forte per le regionali. Qualora dovesse esserci la necessità mi prenderò le responsabilità. Safina ha dato un bell'esempio.
Che ci faceva seduto al tavolo lei, il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone e il vicesindaco di Marsala Paolo Ruggieri?
Mi trovavo con il sindaco di Petrosino, è passato Paolo Ruggieri che conosco da tanti anni e ci siamo soffermati a parlare del più e del meno. Non abbiamo parlato né di elezioni regionali, né di comunali, abbiamo parlato delle elezioni per il Presidente della Repubblica.
Ad Erice sostenete la Toscano?
Sì, il partito ericino si è già espresso e c'è stato anche un passaggio nel Pd provinciale. Daniela Toscano è una dirigente provinciale, ha avuto un lungo percorso, ha fatto un gran lavoro ad Erice. Si sta cercando di aggregare perchè il quadro delle alleanze non è ancora chiudo. C'è un dialogo aperto con Italia Viva e altre forze civiche del territorio. Manca il Partito Socialista, che nel quadro del centrosinistra nel territorio non ci sta mai, e qualche domanda su questo prima o poi dobbiamo farcela. Dall'altra parte c'è un quadro però che si sta sgretolando. Evidentemente attorno alla candidatura della Toscano si può costruire qualcosa di buono, partendo da quello che c'è ma senza presunzione. Lo abbiamo detto anche ai 5 Stelle, cerchiamo di creare un fronte comune che possa governare bene Erice per i prossimi anni. Capisco che ci sono delle difficoltà, come ci sono state ad Alcamo per il Pd su Surdi. Però mi sto convincendo del fatto che andare insieme può essere una proposta importante non solo elettoralmente ma anche politicamente per il governo del territorio in futuro. Siamo aperti ad ulteriori ragionamenti. Dall'altro lato sono molto frammentati, e mi dispiace molto per Piero Spina che conosco da tempo e non meritava di essere sacrificato sull'altare del cinismo politico. Spero che torneremo a parlare e a costruire qualcosa insieme.
Il Pd a Marsala viaggia nel buio. Non c'è un consigliere, con c'è una segreteria, non c'è più nulla.
Io venni nominato commissario del Pd di Marsala dalla segreteria regionale per dare una mano. Invece la cosa venne interpretata come chissà quale colpo di mano. Dopo tre mesi finì l'esperienza e non ho più messo bocca. Non sono più commissario da 3 anni e le cose sono peggiorate. Non ho capito perchè ancora non si è risolto nulla, dopo aver avuto il congresso, una seretaria, e quant'altro. A fine anno avevo tentato di suggerire di mettersi attorno ad un tavolo, di ragionare insime su come superare gli ostacoli ed eleggere un segretario che possa portare il Pd di Marsala ad appuntamenti importanti, visto che si è in difficoltà. Ad aprile ci sarà un congresso straordinario, il tesseramento è online, non ci saranno elenchi, e scambi di tessere. Si potrà andare ad un confronto e uscirà fuori una figura come segretario. Ora dipenderà ai cittadini marsalesi. C'è una nuova fase che si sta aprendo, ed è un peccato che Marsala non sia in grado di esprimere una linea.