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18/02/2022 07:04:00

Rifiuti in Sicilia: tutti contro gli inceneritori di Musumeci 

L'annuncio arriva giusto giusto a fine legislatura: un impianto nella Sicilia occidentale e uno per l’area orientale, il costo previsto va dai 263 ai 570 milioni di euro.

 “Abbiamo bisogno di trasformare i rifiuti in risorsa con i termoutilizzatori”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci nel corso della conferenza stampa sulla gestione dei rifiuti.

“In Sicilia ci sono 511 discariche dismesse, nonostante il significativo aumento della raccolta differenziata portiamo ancora troppa spazzatura negli impianti di smaltimento esistenti”, ha spiegato il governatore spingendo verso la strada degli inceneritori, già annunciati lo scorso anno nel corso delle “Giornate dell’Energia” di Catania.

“Siamo sulla buona strada per liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche, una situazione che è resa ancora più pesante per la contiguità con ambienti spesso mafiosi e spregiudicati”, ha spiegato Musumeci.

Puntuale è però arrivata anche la replica degli ambientalisti. “Non occorre guardare tanto lontano, caro presidente Musumeci. Ci conosci benissimo e ci conosci da quando sei venuto, ben due volte ai nostri EcoForum regionali. La prima volta appena eletto, dove, hai confermato quanto scritto nel tuo programma: un netto no agli inceneritori. Ora, purtroppo, a fine legislatura, il Presidente della Regione ha cambiato idea, schierandosi dalla parte di una soluzione obsoleta che farebbe pagare, qualora si realizzasse, un caro prezzo a tutti i siciliani”, è la risposta di Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia alle dichiarazioni di Musumeci. “Questi rifiuti, infatti, non sarebbero bruciati gratuitamente, ma bisognerebbe pagare, e tanto, ai gestori degli impianti. Noi siamo contrari agli inceneritori, e tali resteremo, perché non è questa la soluzione per gestire i rifiuti. Occorre spingere sulla raccolta differenziata, unico modo per chiedere le discariche. Inoltre, sarebbero impianti industriali che immetterebbero in atmosfera ulteriori gas climalteranti, dando un contributo incisivo ai cambiamenti climatici, ha concluso Zanna.

La Regione, in una nota, informa che sono sette le manifestazioni di interesse arrivate al 31 dicembre per la realizzazione di due termoutilizzatori, uno per l’area occidentale e uno per quella orientale della Sicilia, così come previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Tre proposte hanno indicato un sito nella parte occidentale dell’isola e quattro in quella orientale. Secondo le stime, il costo di un singolo impianto può arrivare fino a 570 milioni di euro, in base alle caratteristiche previste dal progetto di fattibilità, con una capacità di trattamento fino a 450 mila tonnellate all’anno. Le sette proposte sono allo studio del Nucleo tecnico di valutazione, composto da otto dirigenti generali di altrettanti dipartimenti regionali competenti in materia, che si esprimerà entro i prossimi 15 giorni per le valutazioni di competenza. Il progetto di fattibilità approvato sarà quindi posto a base di una gara per l’affidamento della concessione, alla quale verrà invitato il proponente, e che dovrebbe richiedere circa sei mesi. I tempi di realizzazione di un impianto sono in media di tre anni, si va da un minimo di 6 a un massimo di 57 mesi.

termovalorizzatori dividono da sempre e i due impianti rispolverati oggi dal presidente della Regione Musumeci hanno scatenato la solita serie di reazioni, dal parte degli ambientalisti e da parte dei partiti di opposizione.

«Gli inceneritori di Musumeci? Campagna elettorale di chi ormai sente franare il terreno sotto ai piedi, fatta, tra l’altro, in un mare di contraddizioni. Il presidente della Regione aveva tutto il tempo per farli prima e li tira fuori ora solo adesso, ben sapendo che vedranno la luce, se mai la vedranno, ben lontano dall’emergenza che stiamo vivendo adesso», ha detto il capogruppo del M5S all’Ars, Nuccio Di Paola, assieme ai componenti 5 stelle della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito.


«Intanto - dice Di Paola - sgombriamo il campo dagli equivoci e chiamiamoli col loro vero nome: inceneritori. Non è giocando sulle parole che se ne modifica la natura. Noi siamo sempre stati contro e sempre lo saremo e non siamo certamente malavitosi. É vergognoso e gravissimo infatti il concetto espresso oggi dal presidente, secondo cui chi è contro gli inceneritori sta dalla parte della malavita».

Per Trizzino, Campo e Zito «affermare di volere sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati (proprietari di discariche) e poi fare costruire termovalorizzatori attraverso il ricorso ai privati è un ragionamento così ridicolo che non ha bisogno di essere commentato. Se davvero vuoi sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati, perché ancora la Sicilia è il fanalino circa gli impianti pubblici per l’umido, che rappresenta il 40% dei rifiuti?».

«Va sottolineato - continua Trizzino - che costruire due inceneritori va contro il ragionamento dello stesso Musumeci, il quale propone di dividere la Sicilia in 9 ambiti territoriali e di garantire ad ognuno di essi l’autosufficienza. Musumeci tranquillizza dicendo che nei termovalorizzatori, pardon negli inceneritori, non finiranno rifiuti pericolosi? Non è lui che decide cosa va ad incenerimento, ma le leggi».

Secondo il M5S gli inceneritori non sono previsti nel piano rifiuti, «quello pubblicato ad aprile 2021 (e non al primo anno di legislatura, come afferma Musumeci) - sottolinea Trizzino - rinvia a un altro piano per la determinazione delle frazioni da inviare in eventuali inceneritori. Dunque, gli inceneritori non sono previsti».


Critico anche il segretario regionale del Partito democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo: «Un governo alla deriva, in esercizio provvisorio permanente che anche sui rifiuti va avanti solo con annunci che non hanno alcun aggancio con la realtà dell’Isola. Lo abbiamo già detto a giugno scorso, quando la notizia venne fuori e tocca ripeterci ora che la legislatura è agli sgoccioli: destano forti perplessità le scelte della Regione su 2 termoutilizzatori da realizzare in Sicilia, uno nella zona occidentale e l’altro in quella orientale per cui sarebbero già pervenute diverse offerte».

«In questi 4 anni il sistema è praticamente collassato - prosegue Barbagallo - e Musumeci ha proposto una legge sui rifiuti che non riordina un bel nulla con Piano rifiuti che è solo una scatola vuota, disallineato dal resto d’Italia e dall’Europa che cambia che cambia le autorità di gestione con una trasformazione lunga, tortuosa e ricca di impedimenti che alimenteranno contenziosi e, certamente, nuocerà alla normale gestione del servizio. Ecco a tutto questo - conclude - a 8 mesi dalla fine del suo mandato si aggiungono ora i termoutilizzatori, costosi, mentre il sistema di raccolta e i traguardi dell’indifferenziata, restano tra i più bassi d’Italia».


Secondo il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava «gli inceneritori così cari al presidente della Regione Nello Musumeci non servono a nulla se non ad alimentare il business dei signori dei rifiuti. Non risolveranno nessun problema nell’immediato visto i tempi di realizzazione e saranno superati quando, e se vedranno mai la luce».

«Musumeci - aggiunge - sa bene che la realizzazione di questo tipo di strutture non rientra nelle strategie europee sui rifiuti e sa bene che entrerebbero in servizio in un quadro normativo che punta alla produzione zero dei rifiuti, quindi in assenza, o quasi, di combustibile. Non è un caso che modelli tanto sbandierati, come Germania, Danimarca e Olanda stiano dismettendo i propri impianti proprio perché metodologia superata e oramai antieconomica. Avevamo le discariche mentre nel resto d’Europa si eliminava il conferimento in discarica e ora rischiamo di avere i termovalorizzatori mentre il resto di Europa li dismette. Una regione sempre 30 anni indietro. A tutto».