Come si fa a capire se una guerra è finta o vera? #chiediloasalvini, ma anche #chiediloallameloni. Potrebbero essere le regole per un nuovo videogioco, ma per diventare campioni è necessario acquisire una certa autonomia di giudizio sulla scorta di indicazioni precise già individuate dai creativi, ad esempio:
le bombe di Putin sono vere solo se lanciate sull'Ucraina o paesi limitrofi; quelle lanciate sui civili siriani per aiutare il suo amichetto di merende Bashar Assad, non producono morti veri, né tanto meno profughi degni d'essere accolti a braccia aperte. Eppure il piccolo Alan Kurdi, di soli tre anni, mi sembrava davvero morto in quella foto, riverso a pancia in giù con il volto lambito dalle onde lievi che giungono a riva, certo aveva ancora le scarpette blu ai piedi, è strano che non le abbia perse in mare, si vede che qualcuno le ha strette bene, con cura, perché si sa, i bambini sono tremendi a volte; poi ci sarebbero le bombe finte sull'Afghanistan, ma lì è più difficile capire chi le ha lanciate, anche un po' imbarazzante come in Iraq, perché dovremmo ammettere che anche noi partecipiamo alle guerre finte, quelle che non producono veri profughi, tant'è che spesso li lasciamo morire a mare, tanto sono finti.
Anche questa guerra combattuta in Ucraina dovrebbe crearci più imbarazzo, dopo l'orrore, stiamo delegando dei civili a difendere i nostri valori. Contro la dittatura di Putin, e dopo aver commesso una serie di errori imperdonabili, pensiamo di metterci a posto con la coscienza mandando le armi, accogliendo i rifugiati. Che altro possiamo fare ora? Non lo so davvero. Vorrei tanto che tutto questo fosse solo un videogioco, un film...
La buona notizia: non tutte le cose finte sono false. Il finto matrimonio di Berlusconi, ad esempio, c'è stato davvero, con tanto di invitati, torta nuziale e sposa in abito bianco. A tutti i detrattori che sottolineano il fatto che con una guerra alle porte non era proprio il caso, dico semplicemente che bisogna essere più comprensivi con il cavaliere, alla sua età non può certo permettersi di aspettare che finisca la guerra, suvvia! Pensate piuttosto al grande dispiacere che ha dovuto subire non potendo usare come location i giardini del Quirinale.
Consigli per la lettura: L'attualità di Tacito tra la guerra e il rispetto degli altri. Un articolo che trovate sulla rete a cura di Francesco Mannoni.
Katia Regina