Massimo Fundarò, si parla dell’istituzione del Parco delle Egadi e del Litorale Trapanese. Questa era una sua idea di quando era parlamentare nazionale, poi si era arenata e ora è stata ripresa. Come mai c’è questo nuovo interesse per l’istituzione del Parco?
Il Parco non è nuovo, era stato istituito nel 2007 su mia iniziativa, quando ho fatto notare che la Sicilia era l’unica Regione che non aveva parchi nazionali. E' stata fatta una legge che istituiva quattro parchi: quello di Pantelleria, quello delle Eolie, il Parco degli Iblei e quello delle Egadi e del litorale Trapanese. Per istituire effettivamente i parchi bisogna fare una procedura amministrativa che si conclude, con il decreto del Presidente della Repubblica e che prevede l’attivazione del territorio. Nel 2007 la cosa si era arenata, perché non c’era la cultura della conservazione, dello sviluppo sostenibile e di istituire un parco nazionale. Lo scorso anno sono stato sollecitato dal capo di gabinetto del ministro Costa, visto che stavano per istituire gli altri parchi siciliani, e mi hanno detto di attivarmi. Sono stato nei quindici sindaci interessati e ho riscontrato l’accordo di tutti, tranne che di Forgione, il sindaco di Favignana che non è d’accordo. Dopo la mia lettera ufficiale al ministero, il 15 dicembre scorso è stata avviata ufficialmente la procedura dal ministero che ha inviato una lettera all’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana.
Ci sono tanti distinguo, qualche posizione più netta, come quella del sindaco Forgione. Perché ci sono tutte queste perplessità su questo Parco?
Io non lo so. Registro un aspetto paradossale. Alcuni anni fa erano contrari i sindaci. Adesso c’è Legambiente che, nonostante faccia una campagna di promozione dei parchi e delle riserve, dice che dobbiamo farlo più ristretto. Ma il parco è stato istituito da una legge che parla di un parco nazionale delle Egadi e delle città antistanti, Trapani, Marsala e Paceco, ma parla in maniera molto chiara e netta di Parco delle Egadi e di tutto il litorale trapanese, che non è tutto il territorio della provincia di Trapani e ha una sua identità anche scientifica e, tra l’altro, ci sono dei precedenti storici, come quello del Parco del Cilento, costituito dalle Isole Tremiti, dall’entroterra e dal litorale pugliese. Non riesco a capire questo atteggiamento campanilistico di Forgione che difende l’Area Marina Protetta che potrebbe essere valorizzata con un parco più grande e anche quello di Legambiente che non riesco a comprendere.
Potrebbe esserci alla base una resistenza alla cessione di una sovranità. Il parco è un Ente che si sovrapporrebbe ai Comuni, limitando le azioni di questi.
Proprio per questo non riesco a comprendere. Noi abbiamo la possibilità di avere uno dei parchi più grandi e belli di Europa, con sette riserve orientate, con moltissime zone ZTS, i parchi archeologici di Selinunte e Segesta, con un brand turistico che potremmo propagandare in tutta Europa e ci troviamo di fronte a delle resistenze conservatrici che dicono no, facciamolo più piccolo, e non riesco a comprendere per quale motivo. Credo che anche Lo Zingaro, San Vito e la Foce del Fiume Belice hanno la stessa valenza naturalistica delle Saline o di Monte Cofano, la provincia di Trapani è tutta un parco a cielo aperto. Ci sono i fondi del PNRR, ci sono i fondi per i parchi nazionali, sarebbe una grande occasione di futuro sostenibile, che permetterebbe di lasciare ai nostri eredi un nostro territorio libero da inceneritori, libero da deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Bisogna dire anche questo, il fatto che si istituisce il Parco, consentirà a questo territorio di evitare le porcherie che periodicamente cercano di rifilarci in un questo tratto di Sicilia.