Facciamo il punto su due importanti processi che si tengono in questo periodo davanti al Tribunale di Trapani, e che vedono imputati, tra gli altri, politici che hanno avuto un ruolo di primo piano in provincia.
SCRIGNO. Nell'ultima udienza, la settimana scorsa, doveva essere ascoltato come teste Pietro Cusenza, che però, essendo imputato in un altro procedimento collegato a "Scrigno", si è avvalso della facoltà di non rispondere. Cusenza è stato uno dei primi, tra gli arrestati in Scrigno, a rispondere alle domande dei magistrati, e ha raccontato molto del rapporto tra mafia e politica a Trapani, in occasione per esempio delle elezioni amministrative di Erice del 2017, alle Regionali del 2018, ed in altre occasioni. Qui c'è l'ultima parte di un'inchiesta di Tp24 sul controllo del voto ad Erice, che tratta abbondamente delle dichiarazioni di Cusenza e del suo ruolo nel procacciare voti. Per i fatti di Scrigno Cusenza ha scelto l'abbreviato ed è stato già condannato ad otto anni. E' in corso l'Appello.
Sulle mancate dichiarazioni di Cusenza c'è stata polemica, in aula, perché il pm sostiene che il teste possa essere in qualche modo soggetto ad intimidazioni, ed ha citato un'intercettazione fresca, del 13 agosto scorso, avvenuta dopo la scarcerazione di Carmelo Salerno (che è stato assolto). Salerno parla con uomo non identificato e, commentando la condanna di Cusenza, lo definisce un "collaboratore", che ha "la lingua lunga". Il sostituto procuratore De Leo ha pertanto chiesto di acquisire i verbali delle dichiarazioni di Cusenza. L'avvocato Galuffo, che difende l'imputato più noto, l'ex parlamentare Paolo Ruggirello, invece, sostiene che non ci sia stata alcuna minaccia nei confronti di Cusenza, e ha stigmatizzato anche la lettura dell'intercettazione - che non fa parte del fascicolo del processo - in aula. La presidente del collegio giudicante, Troja, ha deciso per l'acquisizione e trascrizione dell'intercettazione, rimandando tutto all'udienza del primo Luglio.
ARTEMISIA. Riprende invece oggi il processo Artemisia, sempre a Trapani. Ed anche qui nell'ultima udienza, interrotta per un lieve malore del teste Berlingeri, ci sono state un po' di polemiche. Oggi quindi tornerà a parlare l’ex comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Trapani, il maggiore Diego Berlingieri, oggi in servizio nel Ros calabrese. Le indagini che portarono all’operazione “Artemisia” riguardano la figura di Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale, in questo processo difeso dall'avvocato di Castelvetrano Celestino Errera. Tra i politici coinvolti anche l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante. Berlingeri, prima di sentirsi male, l'altra volta, era arrivato al punto in cui raccontava dei rapporti tra Lo Sciuto e Paolo Genco, "dominus" della formazione in provincia di Trapani con l'Anfe. Il rapporto tra i due, secondo gli investigatori, era sinallagamatico: do ut des. Lo Sciuto si adoperava per fare ricevere finanziamenti regionali all'Anfe di Genco, e quest'ultimo procacciava per lui voti.