Si è tenuto lunedì il convegno “La lotta alle mafie e il valore della scelta” organizzato e promosso dall’Organizzazione di volontariato CO.TU.LEVI. in collaborazione con l’ANM - Associazione Nazionale Magistrati ed Università degli Studi di Palermo.
Presenti alla manifestazione circa trecento studenti degli Istituti di I e II grado di Trapani ed Erice e, tra questi, l’Istituto tecnico Industriale “Leonardo Da Vinci”, il Liceo Classico Scientifico “Fardella-Ximenes”, l’ITT “Calvino - Amico”, l’Istituto alberghiero “I e V. Florio”, l’I.I.S.S. “Sciascia e Bufalino”, e gli Istituti comprensivi “Nunzio Nasi”, “Mazzini - Castronovo”, “E. Pertini” e “Bassi - Catalano”.
Il dibattito si è aperto con i saluti istituzionali del presidente del Polo Universitario di Trapani Giorgio Scichilone, della presidente della CO.TU.LEVI. Aurora Ranno, del Questore di Trapani Salvatore La Rosa, del Colonnello Fabio Bottino in rappresentanza del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani e del Tenente Colonnello Fabio Sava in rappresentanza del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani.
Presenti all’incontro anche S.E. Pietro Maria Fragnelli Vescovo di Trapani, il Prefetto S.E. Filippina Cocuzza, il Procuratore Gabriele Paci ed il Colonnello Alberto Nola, Comandante del 6° Reggimento Bersaglieri, nonché i sindaci e le rappresentanze dei Comuni di Erice, Custonaci, Paceco, Calatafimi-Segesta e Campobello di Mazara e i volontari del Servizio Civile Universale della CO.TU.LEVI. operanti nell’ambito del Programma di intervento “Educare alla Legalità contro ogni forma di violenza e discriminazione”. Prima di entrare nel vivo del dibattito con gli studenti e ricevuti i saluti istituzionali del Presidente del Tribunale di Trapani Andrea Genna, una rappresentanza del 6° Reggimento Bersaglieri ha intonato le note del Silenzio in memoria di tutte le vittime delle criminalità organizzate.
Successivamente, in un’aula gremita, la responsabile delle attività di educazione e sensibilizzazione scolastica della CO.TU.LEVI. Irene Santamaria ha moderato il dibattito e gli interventi del Presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, del Procuratore aggiunto Maurizio Agnello, della Presidente della Sezione penale del Tribunale di Trapani Daniela Troja, del già Consigliere della Corte suprema di Cassazione Renato Grillo, della rappresentante della sottosezione ANM di Trapani Francesca Urbani e del presidente onorario della “Fondazione Caponnetto” e già presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.
L’incontro, oltre a rappresentare un momento di analisi e riflessione condivisa, ha rappresentato in primis un desiderato e sentito ritorno alla normalità; quella normalità quasi dimenticata per via di quell’emergenza sanitaria che ha - tra le altre cose - privato gli alunni, le scuole e le Istituzioni tutte di momenti di dibattito e confronto come quello registrato oggi.
In un’Aula Magna occupata in ogni ordine di posto, pertanto, il Polo universitario di Trapani è tornato ad essere un luogo di incontro e di dibattito civile e culturale di un territorio che necessita di incontrarsi ed emendarsi da quelle logiche di silenzio che tanto e per troppo tempo hanno agevolato le logiche mafiose nella società e nell’economia della nostra comunità regionale e nazionale.
Oggi, pertanto, è stato doveroso ricordare ed onorare tutte le vittime del fardello mafioso attraverso un confronto capace di spezzare i legami e la capacità attrattiva del fenomeno criminale soprattutto nei giovani ed in coloro che ancora oggi si sentono troppo lontani dalle Istituzioni e dalle regole di una pacifica convivenza civica e civile.
Oggi, 9 maggio, in occasione del 44° anno dalla morte violenta di Peppino Impastato, è stato doveroso parlare con quei giovani che - oltre a rappresentare il futuro del nostro Paese - ne rappresentano già il presente, vivo e necessario e non più rinunciabile in nome di deleterie logiche di sopraffazione e mortificazione sociale, culturale ed economica.
La mafia, infatti, nutrendosi della debolezza e della solitudine altrui, teme il confronto, il dibattito e la crescita culturale del territorio, una crescita non più rinviabile e possibile solo se ognuno di noi non si sottrae al dovere di esercitare il proprio ruolo e di compiere una scelta, quella di stare dalla parte dello Stato e dunque, dalla parte delle Istituzioni e di quella Costituzione che garantisce e tutela i Diritti universali e irrinunciabili di ognuno.
Come ricordato dagli intervenuti, infatti, il silenzio, l’indifferenza e il non scegliere non combatte la mafia, ma la rafforza, facendo cadere quel “tassello” umano e sociale che ognuno di noi rappresenta e che ognuno di noi deve rappresentare per condurre quella battaglia di civiltà e rinnovamento a cui nessuno può e deve venir meno.
Proprio oggi, 9 maggio, è doveroso concludere dunque con le parole e il testamento culturale che Peppino Impastato ci ha donato: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».