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26/05/2022 06:00:00

Depuratore di Selinunte, crepe 3 volte più profonde rispetto al 2013

 A Marinella di Selinunte il depuratore che si affaccia sul mare scivola ancora. Le crepe sono tre volte più profonde rispetto a quelle del 2013, quando ce n’eravamo occupati  (qui il video servizio dell’epoca)  provocando le ire del sindaco di allora e di parte degli operatori turistici, per aver raccontato ciò che non avrebbero voluto vedere. Nove anni dopo assistiamo ad un peggioramento che potrebbe essere stato accelerato dai violenti nubifragi degli ultimi anni, destinati a ripetersi nei prossimi inverni.

Di quanto sia grave la situazione sembra siano consapevoli in tanti. Soprattutto alla luce della strada franata nel novembre scorso. Una strada che passa sullo stesso costone su cui poggia il depuratore e che collega la borgata alla riserva del Belice. Certo, lungo tutto il costone ci sono le palificazioni. Ma queste non hanno impedito che la strada crollasse per una buona metà della sua larghezza, aprendo in due un grosso tubo che porta acque bianche (nere d’estate, a causa degli allacci abusivi) al vicino impianto. Ed è difficile escludere che con i prossimi nubifragi qualcosa di simile potrebbe accadere una decina di metri prima, dove appunto sorge il depuratore.

 

Martedì scorso, a visitare la struttura insieme al sindaco e ai tecnici comunali, c’era l’onorevole Giampiero Trizzino, deputato del M5S all’Ars, che ha annunciato che la prossima settimana incontrerà i commissari regionali per le fognature e per il rischio idrogeologico, per lavorare su due livelli: “l’emergenza per consentire il funzionamento in sicurezza del depuratore e l’altro, a medio-lungo termine, sulla scelta se ristrutturare l’attuale impianto oppure installare una pompa di sollevamento dei reflui al nuovo impianto a valle che si sta costruendo”.

In una nota, l’onorevole 5 Stelle ha poi affermato che “L’intero piazzale che ospita il depuratore, a causa di evidenti fenomeni di dissesto, si è abbassato di un metro lasciando a nudo le fondamenta delle vasche che in questo momento fortunatamente ancora non hanno ceduto, perché ancorate al suolo con fondamenta più profonde. Ma non è dato sapersi quanto ancora potranno reggere”.

 

Un intervento regionale chiesto a gran voce anche dal sindaco Alfano, che si è augurato che questo tavolo tecnico possa essere calendarizzato al più presto, “perché si tratta di un momento decisionale ormai indispensabile e determinante per la nostra città”.

 

Ma la situazione è complicata. Come abbiamo già scritto c’è una vasca di cemento, sottoesposta rispetto al depuratore (tra le vegetazione del costone ed il mare) che potrebbe essere responsabile delle attuali perdite sulle rocce e sull’arenile sottostante. Qui l’articolo di qualche giorno fa.

Si tratterebbe di acqua depurata che però, con l’impianto in sofferenza a causa della canalizzazione aggiuntiva delle acque “bianche” estive (quindi nere) cambierebbe decisamente la propria natura.

Chiaramente siamo sul campo delle ipotesi. Anche perché di vasche sottoesposte ce ne sarebbero diverse, comprese quelle che trattano le acque “bianche”. Ad ogni modo, il rischio inquinamento in piena stagione estiva non cambierebbe.

Attualmente però il punto principale non sta nello stabilire se l’acqua che scorre ai piedi del depuratore sia inquinante o meno. Perché se non lo è oggi, ormai sappiamo benissimo che lo sarà domani, quando la borgata comincerà a popolarsi. La novità più inquietante rispetto agli altri anni è invece il suo percorso di caduta: se negli anni precedenti, i liquami ce li ritrovavamo a sinistra rispetto ai due grossi tubi di scarico delle acque bianche, quest’anno scorrono anche a destra.

E se consideriamo che la posizione delle grosse pietre attorno è cambiata, possiamo ipotizzare che in mezzo alla vegetazione del costone ci debba essere stato uno smottamento considerevole.

Magari più grave rispetto a quello segnalato l’estate scorsa dall’Ecotecnica, la società che allora gestiva l’impianto: “un danno all’ultimo pozzetto del depuratore, quello che riceve le acque depurate”.

 

Danni che per vederli, ancor prima di ripararli, occorrerebbe rimuovere gran parte della vegetazione. E pare non sia una cosa semplice, sia in termini economici che di autorizzazioni regionali.

Ma il rischio che queste vasche cadano giù è molto più elevato rispetto alla struttura del depuratore, che invece è sostenuta, non si sa per quanto ancora, dalle palificazioni.

Intanto dal comune fanno sapere che hanno già richiesto un pallone otturatore ed un’adeguata paratia per fermare lo sversamento delle acque bianche (prima che diventino nere tra un paio di settimane) da quel grosso tubo, aperto a metà sotto la strada franata. Chi sversa abusivamente potrebbe quindi ritrovarsi con il ritorno del refluo nei propri bagni.

 

Insomma, la preoccupazione per la stagione estiva praticamente già cominciata è tangibile.

Al punto che un’associazione  di attività commerciali, “Oikos Selinunte”, si è offerta per riattaccare il tubo. Per carità, proposta lodevole, annunciata dal proprio rappresentante Giuseppe Galfano, ma impossibile da realizzare per innumerevoli motivi.

Ad ogni modo, il prossimo autunno si voterà per le regionali. Potrebbe essere un autunno molto piovoso.

 

Egidio Morici