Domenico Venuti, sindaco di Salemi e segretario del Partito Democratico in provincia di Trapani. E’ soddisfatto di come sono andate le elezioni amministrative per il suo partito?
Soddisfatto perchè il Pd in provincia di Trapani conferma di godere di una buona salute, anche in controtendenza rispetto ad altre zone. Ad Erice siamo prima forza politica, con le due liste che insieme superano il 13%. A dimostrazione del fatto che quando si lavora in maniera capillare sul territorio e c’è unità i risultati arrivano. Per Petrosino la situazione è diversa, perchè tra il primo e il terzo ci sono stati neanche 100 voti di differenza. Le divisioni che abbiamo avuto ci hanno fatto pagare il prezzo di non aver dato continuità al lavoro dell’amministrazione guidata da Gaspare Giacalone. C’è un rammarico, che non va ad offuscare il lavoro del Pd e i risultati conseguiti all’interno della lista che sosteneva Roberto Angileri.
Il Pd a Petrosino ha vinto o ha perso?
Ha perso. Al di là delle posizioni dei singoli. Il Pd ha perso due volte, non c’è stata solo la sconfitta di un gruppo su cui si poteva investire per il futuro. Ma si è persa l’occasione per dimostrare che con l’unità si può vincere, si può governare e costruire un rapporto di affidabilità con gli elettori che prescinde dalle fibrillazioni elettorali. Quando ci occupiamo del territorio ce ne occupiamo seriamente.
A Petrosino il Pd, con lei, il sindaco uscente Gaspare Giacalone che è un dirigente del partito, la segretaria comunale Giovannella Licari, erano a sostegno di Roberto Angileri. UN altro pezzo del Pd, invece, con Baldo Gucciardi, deputato regionale, Antonella Milazzo, che è esponente del Pd, erano a sostegno di Giacomo Anastasi. Com’è possibile questa divisione e come si può ricucire in vista delle Regionali, sempre se c’è volontà di ricucire?
C’è volontà. Noi abbiamo dimostrato di essere in grado di fare operazioni di ricucitura. E’ ovvio che è un po’ più complesso. E’ un meccanismo, bisogna dire, che riguarda un po’ tutti. Ad Erice, nonostante il simbolo Udc per la Toscano c’erano deputati regionali che sostenevano altri candidati.
Però Gucciardi ad un incontro di Anastasi ha preso il microfono e ha detto “il Pd è qui”.
Il Pd è il circolo di Petrosino che, con delle strategiche assenze, ha votato in maniera schiacciante per la candidatura di Roberto Angileri. La direzione provinciale ha dato seguito a quanto deciso dalla segreteria comunale, tant’è che nessuno tra chi era al tavolo di Anastasi è venuto ad argomentare. E’ una questione che verrà affrontata nei tavoli di partito. A Marsala in passato era successa una cosa del genere. Bisogna capire che non si può far parte di un partito a convenienza, e che a furia di coltivare piccoli orticelli si perde tutto l’agro. Dobbiamo aprire una discussione per capire se chi gioca a dividere ha intenzione di arrivare così alle Regionali o di fare un ragionamento unitario. Sono convinto però che il Pd, che ha diversi livelli, ha le idee abbastanza chiare per coinvolgere diverse risorse in grado di dare un contributo in termini elettorali ma anche in termini politici.
Non sono più i tempi in cui i partiti decidevano la linea e chi era dentro doveva allinearsi altrimenti veniva espulso. Ha tirato in ballo le regionali, si candida?
Si sta lavorando per una lista competitiva. In direzione provinciale tra i nomi che si sono fatti c’è anche il mio. Io sto valutando e ho avviato un dialogo con i vertici del partito regionale e nazionale. Penso che un segretario provinciale in carica e sindaco da parecchi anni deve dare un contributo al partito. Ribadisco che c’è la mia disponibilità, si va verso una lista che tenga conto della presenza del segretario provinciale.
Sarà una lotta elettorale con Baldo Gucciardi.
Non si tratta di lotta. La lista ha cinque posti.
Lei è molto democristiano ultimamente.
No. Ho dato segnali di distensione. Ci sarà una legittima competizione, tenuto conto che la per la lista bisognerà fare delle scelte. Le aspirazioni sono legittime, il resto diventa velleitario. Va assecondato solo un obiettivo, quello di andare alle Regionali con una lista condivisa e competitiva in grado di far scattare il seggio e di contribuire all’elezione di un presidente di regione del centrosinistra.
Il 23 luglio ci saranno le primarie con Pd, M5s e Sinistra per la scelta del candidato presidente. Quali sono i nomi in ballo del Pd?
I nomi tirati in ballo sono quelli che si fanno da mesi. Oltre Provenzano, che darà un contributo, si è parlato dei due eurodeputati Chinnici e Bartolo, due figure di grande rilievo che hanno le carte a posto per poter ambire ad una sfida del genere. Il Pd deve arrivare con un candidato autorevole che competerà con gli altri. Il metodo però è più importante delle questioni sostanziali. Non c’era bisogno del risultato delle amministrative per capire che bisognerà aprire una riflessione su come impostare queste primarie e come sia importante il dialogo e l’apertura alle forze politiche del centrosinistra e soprattutto dell’area moderata. Cosa che non siamo stati in grado di fare a Palermo ed è stato un grave errore. Con i 5 Stelle vogliamo fare un percorso, ma non possono escludere un rapporto con le altre forze. Questo è un punto fondamentale che non ci consentirà di andare avanti. Siamo in tempo per correggere il tiro, spero che si arrivi con le idee chiare. Per me bisogna aprire al mondo moderato, all’area che va da Italia Viva a +Europa. Nessuno giochi ad escludere, altrimenti ci facciamo del male.