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20/07/2022 09:00:00

Stalking a Pantelleria. Pulizzi denuncia la sua accusatrice

Condannato, con sentenza ormai definitiva, a due anni e 8 mesi di carcere per produzione di materiale pornografico, il 38enne pantesco Paride Martino Pulizzi passa al contrattacco.

E lo fa presentando alla Procura della repubblica di Marsala (tramite i carabinieri) una querela in cui riporta le chat nelle quali, all’epoca dei fatti e subito dopo, la ragazza che a suo tempo lo ha denunciato afferma di amarlo ancora e che erano i suoi genitori ad opporsi alla relazione. Si tratta di messaggi telefonici che il Pulizzi, difeso dall’avvocato marsalese Francesco Vinci, avrebbe ritrovato soltanto adesso. Chiedendo, quindi, alla Procura di accertare eventuali false testimonianze rese nel processo a suo carico, Pulizzi allega le chat alla denuncia e ne trascrive il contenuto.

Evidenziando che la ragazza fornì ad un altro uomo un altro numero telefonico dove il Pulizzi poteva chiamarla (“… ha provato a contattarmi a casa, ma non potevo parlare… vedi come riesci a farglielo avere con la massima discrezione e dopo cancella il messaggio e il numero e dirgli di fare lo stesso, può contattarmi, con un numero estraneo, dopo le 17.30 o nella tarda nottata, dopo dovrà cancellarlo e tu altrettanto”), in una delle chat depositate la giovane scrive: “ho parlato con i miei, ho detto loro che ti amo ancora, che non riesco a convivere messa in mezzo tra i miei sentimenti e i loro voleri… dopo la mia denuncia mi sento una merda, perché ho rovinato la persona che amo, che voglio ritirare la denuncia… non hanno sentito ragioni, nonostante fossi a terra disperata, pregandoli di annullare tutto, anzi vogliono farmi fare una visita, sono convinti che tu mi abbia plagiata, pur dicendo che non era vero, che sto così perché ti amo e se non avessi dovuto nascondere tutto ora saremmo felici… Ti giuro che se ti succede qualcosa io mi levo di mezzo, non ci riesco senza di te, dovevi soffrire come ho sofferto io, non tirare la corda così tanto, anche se avevi come consolarti. Qualunque cosa tu decida di fare io ti seguo...”.

Poi, quando l’amico informa la ragazza che Paride Pulizzi non può ricevere visite e che a breve lo porteranno davanti al giudice, lei risponde così: “che dica che è colpa mia! Non m’importa della mia fine, ma lui non deve finire da nessuna parte, mi accontenterei di finire io in qualche riformatorio, ma con la certezza che lui sia a casa, al sicuro e non da solo.. Io mi ammazzo se gli succede qualcosa… come faccio ad essere tranquilla quando ce l’ho ‘portato’ io, io volevo che provasse lo stesso male che ho provato io quando mi ha tradita, mi ha frantumato in un sol colpo, doveva sapere cosa si provasse quando la persona che ami diventa di qualcun’altro, la differenza è che io mi sono accontentata di soffrire in silenzio e sostenerlo anche con l’altra per vederlo felice, lui ha fatto minacce pesanti ad a., gli ha mandato un nostro video, ha ancora tutti gli altri sul pc, che ora è in mano loro e altre denunce, questo perché deve essere sempre testardo, impulsivo.

Mi ha portato via tutto, ma non campo senza di lui”. In primo grado, nel luglio 2018, il Tribunale di Marsala, oltre ai due anni e otto mesi di reclusione, al Pulizzi inflisse anche una sfilza di interdizioni (dai pubblici uffici all'impiego nelle scuole, etc.) per un analogo periodo di tempo, un anno di casa di cura al termine del periodo di detenzione e condanna al risarcimento alle parti civili, per produzione e cessione di materiale pornografico. La condanna scattò per la produzione di un video con il quale, “in data prossima al 30 giugno 2013”, il pantesco ha immortalato un rapporto sessuale con una ragazza che all'epoca del fatto era ancora minorenne e con la quale aveva una relazione sentimentale. Dall'accusa di cessione del video, inviato con il telefonino, tra fine aprile e inizio maggio 2014, ad un altro pantesco, il Pulizzi è stato, però, assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”. Nel processo, la ragazza con il quale 'imputato ha avuto il rapporto sessuale, e che ha visto violata la sua privacy a causa del video, si è costituita parte civile insieme ai suoi genitori. Adesso, Paride Martino Pulizzi, tramite il suo legale, l’avvocato marsalese Francesco Vinci, con queste chat mira alla revisione del suo processo.