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21/07/2022 06:00:00

Custonaci, la morte di Nicola Giacalone. La gru poteva circolare in strada? 

 La gru, condotta da Nicolò Giacalone, non poteva transitare su strada. Il mezzo pesante poteva essere utilizzato soltanto nella segheria.

Perché, allora, ieri  mattina si trovava in via Ragusa, a Custonaci teatro dell'incidente che è costato la vita all' operaio di 33 anni, l'ennesimo morto sul lavoro di una strage che non ha fine?

A questa domanda dovranno rispondere i responsabili della ditta Sud Marmi di cui Nicolò Giacalone era dipendente (e che ieri, sulla sua pagina social, non ha speso purtroppo nessuna parola di dolore per la perdita). 

Il giovane lascia una moglie ed un figlioletto di pochi mesi. 

C'è una indiscrezione che circola che se dovesse trovare riscontro, nelle indagini condotte dai carabinieri, aprirebbe nuovi scenari. E cioè che la gru era diretta in una villa dove sono in corso lavori per rimuovere qualcosa di pesante. Una villa, nei pressi del luogo della tragedia, di cui sarebbe proprietario un privato. 

Mentre era alla guida, Nicolò Giacalone ha perso il controllo del mezzo, finendo in una scarpata. Un volo di circa 3 metri che non gli ha dato scampo. Ma forse lui non doveva essere lì, in quella maledetta strada.

"Questa tragedia - dicono la segretaria generale della Cgil Liria Canzoneri e il segretario provinciale della Fillea Cgil Enzo Palmeri - ripropone, ancora una volta, il tema della sicurezza sul lavoro. Attendiamo - concludono - che vengano accertate le ragioni di questa ennesima tragedia, nel frattempo ribadiamo la centralità del tema della sicurezza che va affrontata nei luoghi di lavoro, ma anche tenendo conto di tutti i rischi a cui i lavoratori sono esposti come quello ambientale e quello da stress legato al mancato rispetto contrattuale dei turni di lavoro".