Al via venerdì 22 il secondo fine settimana del Selinunte Mediterraneo Jazz Festival,
il festival dedicato alle sonorità jazz mediterranee che mescola stili e linguaggi, new jazz e tradizione, etnie e Paesi del mondo. Nato da un’idea di Lelio Giannetto, musicista e fondatore di Curva Minore considerato uno dei più importanti performer dei linguaggi espressivi del nostro tempo, Selinunte Mediterraneo Jazz Festival, torna dal 22 al 24 luglio nell’area archeologica più grande d’Europa, il Parco Archeologico di Selinunte per firmare la sua seconda edizione.
Diretto e prodotto da Curva Minore con la direzione artistica di Valeria Cuffaro, il Selinunte Mediterraneo Jazz Festival 2022 è realizzato con il supporto del Fus- Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero della Cultura, dell'Assessorato ai Beni Culturali e all'Identità Siciliana e dell'Assessorato al Turismo della Regione Sicilia.
Si potranno ascoltare le “melodie d’avanguardia” dell’ensemble di Colonia, Slowfox; esplorare le sonorità contemporanee delle micro formazioni Tre per Duo in una serie di giochi musicali allo specchio per infine riunirsi nell’Inedito Septet accompagnati dal pianista esplorativo Philip Zoubek. Partecipare a una performance disoundpainting diretta dal grande maestro dell’improvvisazione Giancarlo Nino Locatelli, sulla scia delle esperienze dirompenti del jazz americano degli anni ’70. Scatenarsi con i ritmi di matrice mediterranea, tra musica popolare e nuove composizioni della siciliana Monk Jazz Orchestra.
Con la seconda edizione del festival internazionale Mediterraneo Jazz, continua la straordinaria esperienza della musica come attraversamento delle soglie, superamento dei perimetri, dove luoghi e tempi, mito, storia e percezioni del presente, trovano un punto d’incontro. Selinunte rappresenta ancora oggi un imprescindibile riferimento di sincretismo socio-culturale: funge da momento di congiunzione tra Cultura autoctona, Magna Grecia, Medio Oriente e Africa dove il seme del jazz ha le proprie ancestrali origini. In tal senso Mediterraneo Jazz è stato concepito come una terra promessa della sperimentazione del suono e dell’ascolto, come un immaginario Maestro concertatore capace di mettere insieme le piùÌ€ differenti culture” Commenta Valeria Cuffaro.
In un momento storico di grande complessità, il Selinunte Mediterraneo Jazz Festival 2022 si conferma una roccaforte della sperimentazione musicale che sa guardare al mondo in un’ottica di inclusione, aprendosi a diverse culture e a diversi pubblici con uno sguardo alle più giovani generazioni, puntando a diventare un appuntamento fisso dell’estate siciliana.
La seconda parte del Selinunte Mediterraneo Jazz Festival si apre venerdì 22 luglio con il jazz di matrice tedesca dell’ensemble di Colonia, Slowfox. La formazione è l’ultimo progetto che il contrabbassista Sebastian Gramss propone con una formula da camera di jazz contemporaneo in trio con il sassofonista Hayden Chisholm e il pianista Philip Zoubek. Forte del successo dell’ultimo album Freedom (2022) nominato “album dell’anno” dal Deutscher Jazzpreis, Slowfox porta in Sicilia un mix unico di melodia accattivante e sofisticata estetica del suono che crea uno stile unico definito dalla critica "avantgarde melodico", in un perfetto equilibrio tra raffinata struttura e improvvisazione.
Densissima e speciale la serata di sabato 23 luglio. Si parte con “Tre per duo” tre concerti per duo che accostano i contrabbassi di Giuseppe Guarrella, contrabbassista presente sulla scena nazionale ed internazionale da oltre 20 anni con diverse formazioni e gruppi, e di Sebastian Gramss; i sassofoni di Hayden Chisholm e Tommaso Miranda e le batterie di Cristiano Calcagnile e Domenico Sabella. Per chiudere la serata con un gran finale dell’Inedito Septet che vede gli stessi musicisti insieme anche al pianoforte di Philip Zoubek condividere il palco con un ensemble formato per l’occasione.
I suoni della musica popolare siciliana e i ritmi del jazz dell’Isola esplodono domenica 24 luglio con il gran finale del festival con la Monk Jazz Orchestra; la formazione orchestrale “made in Sicily”co-prodotta dall’Associazione Drashan e dal Monk Club, che riunisce veterani del jazz siciliano e i più giovani e promettenti talenti nel progetto del recupero delle tradizioni e delle sonorità degli strumenti etnici siciliani e del mediterraneo, come patrimonio fondamentale per creare nuove composizioni originali. Il concerto sarà un debutto in prima esecuzione assoluta cui seguirà un tour in importanti festival Siciliani
Della grande orchestra -composta da due trombe, un trombone, un sax alto, un sax tenore, pianoforte, contrabbasso, batteria, basso elettrico, percussioni etniche, sax, e fiati etnici, bouzouki, ukulele e percussioni tabla- fanno parte alcune “colonne” del jazz siciliano: il contrabbassista Nello Toscano, il trombettista e pianista Dino Rubino, il batterista Alessandro Borgia, i trombettisti Giuseppe Privitera e Salvo Riolo; e ancora il trombone di Antonio Caldarella, il basso elettrico di Tony Pinzone, il sax di Fabio Tiralongo e Rino Cirinnà. La parte degli strumenti etnici della formazione è rappresentata da: Salvo Barbagallo (sax, fiati etnici), Giampiero Cannata (bouzouki, ukulele) e Riccardo Gerbino (percussioni, tabla).